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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2014 alle ore 06:41.

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LUSSEMBURGO
La lotta alla disoccupazione, l'allentamento della stretta del credito, il potenziamento della crescita in Europa sono tutti percorsi con un passaggio obbligato che è quello delle piccole e medie imprese. E il Fondo europeo per gli investimenti (Fei), istituito come parte del Gruppo Bei nel 1994 e come fondo di private equity per sostenere le piccole e medie imprese, avrà un peso crescente e un ruolo sempre più strategico. Il Fei fornisce capitale alle Pmi, soprattutto se aziende di nuova costituzione, con attività orientate alla tecnologia; inoltre offre garanzie alle banche a copertura dei prestiti alle Pmi. Ma può e dovrà fare di più. In questa prospettiva, il capitale del Fei sarà aumentato di 1,5 miliardi (da 3 a 4,5) per estendere il suo raggio di azione. Pier Luigi Gilibert, da pochi giorni nuovo chief executive del Fei con un passato all'ufficio studi Comit e oltre 25 anni in Bei, intende estendere anche la gamma degli strumenti di intervento.
Il Fei non eroga prestiti, concede garanzie e investe nell'equity. Tramite le banche e altri fondi. Cambierà questo modello operativo?
L'unico obiettivo statutario del Fei è quello di favorire e assistere le Pmi, principalmente attraverso lo strumento delle garanzie, incluse quelle accordate a titoli ABS, e quello del venture capital, che permette di rafforzare la struttura finanziaria tramite apporti di capitale. Dopo la riforma del 2000, il portafoglio di operazioni nelle infrastrutture del Fei è stato trasferito alla Bei per consentire al Fondo di concentrare tutte le sue risorse in direzione delle Pmi. Anche la gamma dei nostri strumenti e interventi si è ampliata, ad esempio alla microfinanza, da allora e continuerà ad ampliarsi. Il nostro personale è altamente specializzato: siamo in 250 ma arriveremo a 300 entro i prossimi due-tre anni.
Quali sono i principali campi di azione del Fei?
Il Fei concede garanzie alle banche per alleviare il rischio-impresa e liberare capitale. In prospettiva, intendiamo aumentare le garanzie concesse su portafogli di prestiti alle Pmi, non sulle singole imprese ma su pool di crediti bancari alle aziende di piccola e media dimensione: a fine 2013 avevamo 3,7 miliardi impegnati in oltre 100 operazioni. Operiamo con un plafond che è pari a tre volte il capitale sottoscritto. Un altro strumento classico è la nostra sottoscrizione di quote di fondi di private equity e di venture capital, sia su risorse proprie sia su mandati di terzi, in primis quello dalla Bei di 7 mld. A fine 2013, avevamo erogato capitali alle Pmi europee per circa 8 miliardi complessivi con 480 operazioni. Il nostro ruolo crescerà nel contesto della rivitalizzazione del mercato delle Asset backed Securities (Abs), proprio con il nostro ingresso nella tranche mezzanine, e per il lancio dei mini-bond in Italia e in altri paesi.

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