Notizie SportGhiraldini: «La ricerca della continuità prima sfida per il nostro rugby»
Ghiraldini: «La ricerca della continuità prima sfida per il nostro rugby»
di Giacomo Bagnasco | 21 marzo 2014
È stato, per quasi due mesi, il nostro testimone all'interno del gruppo azzurro. Il vicecapitano Leonardo Ghiraldini, unico italiano inserito nel gruppo da cui - sulla base delle votazioni online dei fan - uscirà il top player del Sei Nazioni 2014, ci ha accompagnato nel corso di una "campagna" tutt'altro che facile, conclusa con l'ultimo posto in classifica.
La sua rubrica "Lo dice il Vice" ha caratterizzato lo Speciale Sei Nazioni del sito del Sole e ora Leonardo, che dall'anno prossimo lascerà il Benetton Treviso e giocherà in Inghilterra con le "Tigri" di Leicester, fa il punto della situazione, fra passato prossimo e futuro imminente.
A Sei Nazioni terminato, da cosa si può ripartire?
Prima di tutto, a conclusione di ogni competizione penso sia importante, per tutte le persone coinvolte nella squadra, analizzare ogni aspetto di propria competenza e il lavoro svolto nelle varie settimane. Ognuno deve avere l'obiettivo permanente di migliorarsi: questi sforzi devono essere indirizzati alla costante ricerca di opportunità di miglioramento, ancora prima che sorgano specifici problemi. Devi capire dove hai sbagliato, se hai sbagliato, o dove puoi e devi migliorarti. Ogni partita di livello internazionale richiede un'attenzione e una cura ormai quasi maniacali di ogni aspetto del gioco, mentale, fisico e tecnico.
Abbiamo la possibilità di porre rimedio velocemente a quello che è parso il regresso più evidente, vale a dire la perdita di efficacia in fase di conquista della palla?
Dobbiamo riuscirci, senza ombra di dubbio! La conquista del pallone da prima fase, quindi in mischia e touche, richiede competenze, allenamento, tecnica, precisione, attenzione, analisi...è uno degli aspetti di gioco più complessi, proprio perché coinvolge un gran numero di giocatori contemporaneamente. Ogni uomo ha un ruolo e un compito, e dall'esecuzione di ognuno può dipendere la conquista del pallone. C'è bisogno di maggiore attenzione e precisione anche in queste situazioni fondamentali del gioco; purtroppo non siamo stati continui e abbiamo alternato a prestazioni di livello internazionale momenti di grande mediocrità. Ogni giocatore ha una responsabilità e l'unico modo per raggiungere sempre il livello internazionale è la continuità unita al miglioramento delle competenze e al lavoro specifico da svolgere con lo staff tecnico.
Per le loro caratteristiche Venditti, Minto e Favaro erano stati fra i protagonisti dell'ottimo torneo dell'anno scorso. Quanto può essere pesata la loro assenza per infortunio?
Ovviamente, la mischia ha risentito della mancanza di Minto e Favaro, due avanti che possono dare tanto a qualsiasi squadra. E anche Venditti sarebbe tornato utile, nonostante il fatto che all'ala sia Sarto sia Esposito hanno fatto bene. In realtà, però, penso che ci sia soprattutto da considerare la differenza generale di stato di forma della squadra tra il 2013 e il 2014. L'anno scorso stavamo decisamente meglio, dal punto di vista fisico ma anche mentale. Stavolta, proprio nel corso del Sei Nazioni è aumentata l'incertezza su varie situazioni, a partire da quella di Treviso, e anche questo ha avuto il suo peso.
