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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2014 alle ore 18:29.
L'ultima modifica è del 25 marzo 2014 alle ore 08:23.

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L'economia italiana crescerà dello 0,6% quest'anno e dell'1,1% il prossimo. Queste le stime del Fondo Monetario Internazionale contenute nella bozza del World Economic Outlook secondo quanto anticipato dall'agenzia stampa Ansa. La disoccupazione sarà del 12,4% nel 2014 e dell'11,9% nel 2015.

«Ulteriori misure per far ripartire l'offerta di credito» in Italia, oltre che in Francia, Irlanda e Spagna, «potrebbe far aumentare il Pil del 2% o oltre» scrive il Fondo Monetario Internazionale. Italia come la Grecia quest'anno, ma nel 2015 Atene spiccherà il volo staccandoci di netto. Secondo le previsioni del Fmi infatti, il Pil italiano e quello greco, nel 2014 cresceranno dello 0,6%. Ma mentre nel 2015 la nostra economia avanzerà solo dell'1,1%, quella greca farà un balzo del 2,9%.

In Eurolandia la politica monetaria resti accomodante
«I policymaker delle economie avanzate devono evitare di abbandonare prematuramente l'accomodamento monetario. In un ambiente di continuo consolidamento di bilancio, divari ancora ampi di produzione, e di inflazione molto bassa, la politica monetaria dovrebbe rimanere accomodante». È quanto chiede il Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook precisando che in Eurolandia «un ulteriore allentamento monetario, che includa misure non convenzionali, è necessario per sostenere l'attività e per evitare i rischi da inflazione bassa o deflazione». «Nell'area euro, aggiustare i bilanci delle banche nel contesto di revisione della qualità degli asset credibile e ricapitalizzare le banche più deboli sarà critico se si vuole migliorare la fiducia e far ripartire il credito» suggerisce il Fmi secondo cui «per raggiungere questi obiettivi è anche essenziale progredire verso il completamento dell'unione bancaria».

Pil globale si rafforza ma resta il pericolo deflazione soprattutto in Eurolandia
L'attività globale si è rafforzata «e un ulteriore miglioramento è atteso nel 2014-2015, con l'impulso che viene principalmente dalle economie avanzate» sottolinea il Fmi nella bozza del World Economic Outlook. Per il Fmi il Pil salirà del 3,6% nel 2014 e del 3,9% nel 2015. Ma la ripresa resta fragile e il Fmi indica tra i principali rischi quello della deflazione, in particolare in Eurolandia

Eurolandia migliora ma pesano disoccupazione e debito
L'economia dell'area euro inizia a dare segni di miglioramento, «è finalmente riemersa dalla recessione», ma nonostante una ripresa della crescita «i rischi al ribasso continuano a dominare». Il Fondo Monetario Internazionale indica una serie di spine nel fianco che ancora minano alla ripresa del club dell'euro. «La domanda interna nell'area euro si è finalmente stabilizzata e ha girato in territorio positivo, con le esportazioni nette che contribuiscono alla fine della recessione» si legge nella bozza del World Economic Outlook. «Ma - avvertono gli analisti di Washington - disoccupazione e debito elevati, bassi investimenti, persistenti divari di produzione, stretta sul credito e frammentazione finanziaria nell'area euro peseranno sulla ripresa». I rischi al ribasso, spiegano ancora, derivano «da riforme incomplete, fattori esterni e prospettive di ulteriore calo dell'inflazione». Alla luce di ciò, secondo il Fondo Monetario «politiche accomodanti, il completamento delle riforme del settore finanziario e le riforme strutturali sono cruciali». Per quest'anno il Fmi prevede quindi una crescita di Eurolandia dell'1,1%, mentre per il 2015 le stime sono di un Pil in aumento dell'1,4%.

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