Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2014 alle ore 10:36.
L'ultima modifica è del 29 marzo 2014 alle ore 15:44.

My24
(Ansa)(Ansa)

«Un sistema sano non manda a casa gli anziani per fare entrare i giovani. È invece necessaria l'alternanza che deriva da un flusso normale. Non amo il collegamento tra chi va a casa e chi entra». Lo ha dichiarato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, a margine convegno biennale del Centro studi Confindustria in corso a Bari, rispondendo alle domande dei giornalisti sul tema dei pensionamenti nella Pa lanciato dal ministro Marianna Madia. Il governo, ha sottolineato il ministro, punta a riportare una buona flessibilità nel mercato del lavoro, eliminando la patologia del precariato. «Il precariato - ha detto Giannini - è una deformazione patologica del principio di flessibilità, principio che va restituito alla sua fisiologicità. Un governo che crede nella flessibilità, e non nella sua patologia, deve trovare gli strumenti e lo sta facendo».

Impellente un piano strategico per la ricerca
«Proporrò a Renzi e al governo un impellente e non più prorogabile compito di stendere un Piano strategico decennale per la ricerca», ha promesso il ministro dell'Istruzione. Poi rivolta alla platea di imprenditori ha aggiunto: «amici imprenditori, ve lo dico veramente, adottare un talento in formazione non è un gesto meno nobile più trascurabile, né un investimento meno sicuro, del restauro di un importante monumento. Va benissimo favorire un restauro, la conservazione e la valorizzazione dei beni tangibili ma c'è un patrimonio intangibile di cui siamo ugualmente depositari che è nostra responsabilità mantenere, custodire e valorizzare». Ha detto che le Università meridionali soffrono di mali che sono anche mali territoriali. «Qualcuno dice che l'Italia é un paese troppo lungo - ha aggiunto - dobbiamo cercare di accorciarla in senso economico, sociale e culturale».

Cervelli e competenze sono fattori fondamentali
Ieri al convegno è stato presentato il rapporto Csc che segnala come investire sul capitale umano sia una risposta per uscire dalla crisi e rilanciare il tasso di occupazione che in Italia per i giovani è al 16,6% contro una media Ue del 32,5 per cento. «La risorsa del patrimonio intangibile, cioé dei cervelli e delle competenze da sviluppare nei nostri giovani - ha osservato il ministro - é un fattore fondamentale ma non solo per l'Italia, anche per l'Europa che é un po' stanca e in declino e deve recuperare una centralità soprattutto educativa».

Camusso: la legislazione sul lavoro lascia i giovani senza prospettive
Fra gli altri interventi al convegno Csc di Bari anche la leader della Cgil. L a legislazione sul lavoro «non permette di dire ai giovani che hanno una prospettiva», ha detto Susanna Camusso, intervenendo al convegno di Confindustria. «Noi abbiamo creato questo mercato del lavoro» e «non abbiamo investito sul lavoro». E ha aggiunto che se «ci sono molteplici forme di precarietà, il Paese non riparte». Camusso dal palco di Confindustria è tornata sulle parole del governatore di Bankitalia. «È la stagione in cui i colpevoli sono le imprese e i sindacati, perché va di moda. E c'è un entusiasmo di massa nel trovare questi colpevoli». Poi ha parlato delle nuove norme del Dl lavoro sui contratti a termine: «c'é bisogno di 3 anni per capire se un giovane lavoratore vale? I 36 mesi per i contratti a termine sono solo un un modo per continuare ad avere la somministrazione a costi minori».

Vendola: servono robuste politiche industriali
«Le regole del mercato del lavoro non producono più lavoro, distribuiscono quello che c'è», ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, al convegno del Centro studi di Confindustria, sottolineando la necessità di robuste politiche industriali. «Come si fa a parlare di fuoriuscita dalla crisi senza un discorso robusto sulle politiche industriali?», ha sottolineato Vendola. Alla Puglia serve «un robusto apparato industriale», non si può invece puntare su una «economia bricolage», ha avvertito, fatta di «un po' di turismo e artigianato, pizzica e orecchiette, non ci aprono le porte del futuro»; così «non si vincono le sfide». Servono progetti come «il treno veloce tra Bari e Napoli», e un «treno ad alta capacità lungo tutta la dorsale adriatica».

Il sindaco di Bari, Emiliano: burocrazia demenziale
In un «momento difficilissimo» per l'economia tra gli «ostacoli formidabili» da superare c'è soprattutto una «burocrazia demenziale», ha detto il sindaco di Bari, Michele Emiliano, parlando della sua esperienza di amministratore alla platea di imprenditori, al Teatro Petruzzelli. Un cenno anche alla sua esperienza di magistrato, e ai nodi sul fronte della legalità che «frenano il Mezzogiorno e l'intero Paese». «Ho avuto sempre la fortuna - ha detto Emiliano - di trovare imprenditori che hanno avuto la forza di dire no alla criminalità straordinaria e di schierarsi».


Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi