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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 13:27.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2014 alle ore 16:06.

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Forza Italia non cambia idea sulle priorità in materia di riforme: l'Italicum, ossia la nuova legge per l'elezione della Camera, deve andare in porto prima della riforma del Senato e del titolo V della Costituzione. «Noi rispetteremo fino in fondo gli accordi che abbiamo sottoscritto e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati, ma lavorando insieme per costruire le riforme migliori per il Paese». Così Silvio Berlusconi in una nota avverte Renzi, ricordandogli di essere «coerente» e di accelerare sulla legge elettorale.

Berlusconi: Renzi sia coerente, no a testi preconfezionati sul Senato
Berlusconi ricorda che «meno parlamentari, fine del bicameralismo paritario, più poteri al premier e meno burocrazia erano e sono ancora oggi le nostre tavole per la modernizzazione dell'Italia. L'accordo che abbiamo sottoscritto è il patto fra due leader interessati a rinnovare in profondità». Forza Italia non ha intenzione di sottrarsi all'accordo, ma pone paletti precisi. «Noi - prosegue - rispetteremo fino in fondo gli accordi che abbiamo sottoscritto e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati. Abbiamo dimostrato la nostra serietà approvando alla Camera la legge elettorale, che ora vorremmo vedere in aula al Senato quanto prima. Speriamo che le divisioni emerse nel Partito Democratico non affossino il tentativo di modernizzare le nostre istituzioni.».

Brunetta e Schifani: prima l'Italicum, poi il nuovo Senato
Una precisazione, quella di Berlusconi, che arriva, con toni più soft, dopo le bordate sparate dai capigruppo di Fi alla Camera e al Senato contro l'accelerazione di Renzi sulla riforma del Senato. Renato Brunetta e Paolo Romani, in una nota congiunta, hanno ribadito la linea degli azzurri: «La prima riforma da realizzare per mettere in sicurezza il funzionamento istituzionale è la riforma elettorale». Il messaggio, in sintesi, torna in un tweet di Brunetta indirizzato al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: «Mi dispiace, ma non ci stiamo più con i giochi di parole. Prima l'Italicum e poi le altre riforme. Game over!». La nota Brunetta-Romani boccia perché «del tutto priva di senso» la tesi per cui «la riforma del Senato debba essere anticipata rispetto a quella elettorale».

Zanda-Speranza (Pd): prima quella del Senato
Ma nel Pd la porta resta chiusa: «La logica e la ragionevolezza istituzionale rendono non solo opportuno ma anche necessario che, almeno in prima lettura, la riforma del Senato venga approvata prima della riforma elettorale», scrivono i capigruppo del Pd Luigi Zanda e Roberto Speranza in una nota congiunta. Anche se la minoranza del partito non nasconde alcune perplessità sulla fine del Senato eletto. Malumori ai quali ha dato voce il presidente del Senato Piero Grasso che nell'intervista di ieri a Repubblica aveva chiesto che i componenti del nuovo Senato continuino a essere eletti dai cittadini.

Grasso: sempre stato dalla parte di Davide contro i Golia
La terza carica dello Stato non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti in merito alle divergenze con Matteo Renzi sulla riforma del Senato, ma intervenendo oggi alla fondazione Exodus, ha affermato: «Sono sempre stato iscritto al partito di Davide, contro Golia. E ancora: «Ho sempre combattuto per realizzare le imprese impossibili, come la lotta alla mafia, che non é impossibile ma comunque difficile». «Nella mia vita - ha continuato - ho sempre cercato di combattere i Golia, tutto quel che blocca la nostra vita, metafora del potere o del potente che ti vuole schiacciare».

Giannini: Renzi non abbia fretta. Romano: avanti spediti
Divisa invece Scelta civica. Frena il segretario Giannini. «È un po' inconsueto che sia il governo a presentare una proposta di legge su questo tema. Serve che il Parlamento ne discuta per ritoccare e migliorare alcuni aspetti», sottolinea il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, in un'intervento a Radio Città Futura. Per Giannini serve «qualche momento di riflessione e maturazione in più». Di diverso avviso il capogruppo alla Camera Andrea Romano, che punta a un'accelerazione: «Non si può più perdere tempo, ma occorre procedere rapidamente. Renzi ha sicuramente ragione nell'aver innescato una marcia molto veloce al meccanismo delle riforme».

Grillo: taglio Senato è incostituzionale
Mentre le opposizioni attaccano. A partire dal M5s che parla di abolizione «incostituzionale» del Senato. «Renzie ha detto che "troppa gente vive di politica". Una frase buttata lì per perorare il taglio incostituzionale del Senato», scrive Beppe Grillo sul suo blog.

Sel: no a trasformazione Senato in dopolavoro
Critiche anche da Sel. «Siamo d'accordo con la fine del bipolarismo ma non è accettabile l'idea di trasformare il Senato in una sorta di dopolavoro con rappresentanti delle Regioni così come prevede il progetto di Renzi», afferma la senatrice Loredana De Petris.

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