Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 09:20.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2014 alle ore 16:28.

My24

A giudicare dai toni della vigilia, infuocati, con il botta e risposta a distanza tra il premier Matteo Renzi e il presidente del Senato Piero Grasso, il cammino della riforma del Senato, così come delineata dal capo del governo, si preannuncia in salita.

Nel pomeriggio il Consiglio dei ministri
A Palazzo Chigi è in corso il consiglio dei ministri. L'ordine del giorno della riunione del Governo è stato definito in tarda mattinata: il "piatto forte" sul tavolo è il disegno di legge costituzionale con «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione». In mattinata il presidente del Consiglio ha ribadito che su questa riforma si gioca il suo futuro politico. L'opposizione interna del Pd, le perplessità di Forza Italia, l'apertura di Ncd all''ipotesi di modificare in parlamento il testo, rendono questo passaggio molto delicato. Lo stesso Piero Grasso ha paventato l'ipotesi che non ci siano in Aula i numeri per portare a casa la riforma.

La proposta: Senato non più elettivo, stop al bicameralismo perfetto
I senatori saranno 148, rigorosamente non eletti. Si delinea un Senato delle Autonomie: ne faranno parte, ha spiegato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, i presidenti di Regione, i sindaci dei capoluoghi di Regione e delle province autonome, due consiglieri regionali e due sindaci per ogni regione, e 21 nominati dal presidente della Repubblica per sette anni, in rappresentanza della società civile. Rimarranno in carica i senatori a vita. I componenti del Senato non avranno indennità, a parte quella che i rappresentanti di Regioni e Comuni già percepiscono per la loro funzione. Dal punto di vista delle funzioni, il provvedimento supera il bicameralismo perfetto: il "nuovo" Senato non vota la fiducia nè le leggi di bilancio.

Sul tavolo anche la riforma del Titolo V della Costituzione
Il provvedimento riscrive anche il titolo V della Costituzione, che riguarda il rapporto tra Stato e regioni. Stando alle indicazioni del ministro Boschi, le Regioni perderanno la competenza legislativa su alcuni temi: torneranno sotto la giurisdizione statale materie come il turismo, la tutela dell'ambiente e dei beni culturali, il coordinamento della protezione civile, l'energia. Infine, il ddl costituzionale prevede l'abolizione del Cnel.

Boschi: alle primarie maggioranza nel Pd contro bicameralismo perfetto
Mal di pancia nel Pd? «Nel nostro partito è stato scelto dal 70% questo modello di riforma» del Senato, ricorda in tarda mattinata Boschi «che è stato poi confermato dalla direzione, in segreteria e dai gruppi parlamentari. È un percorso condiviso, i tempi sono maturi e ora bisogna avere il coraggio di fare le scelte. Avevamo detto che entro marzo avremmo presentato la nostra proposta e noi manteniamo gli impegni». Poi, in un'intervista a Sky, la responsabile delle Riforme chiarisce: «Non stiamo facendo nulla contro la Costituzione ma stiamo lavorando per attualizzarla».

Giannini: Renzi non abbia fretta
Intanto Scelta civica frena e chiede a Renzi di non "bruciare le tappe". Il consiglio gli arriva da una componente dell'Esecutivo: «È un po' inconsueto che sia il governo a presentare una proposta di legge su questo tema. Serve che il Parlamento ne discuta per ritoccare e migliorare alcuni aspetti», sottolinea il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, in un'intervento a Radio Città Futura. Per Giannini serve «qualche momento di riflessione e maturazione in più».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi