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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2014 alle ore 17:24.
L'ultima modifica è del 07 aprile 2014 alle ore 13:12.

Sulle riforme il governo tira dritto. Il premier Matteo Renzi ha assicurato di voler andare avanti «come un rullo compressore» e che l'accordo con Berlusconi «reggerà», mentre il ministro Boschi oggi ha accusato i «professori», rei di voler «bloccare un processo di riforma oggi non più rinviabile». Ma l'operazione resta complicata. Il premier deve fare i conti non solo con la fronda interna al partito dei 22 senatori sottoscrittori di un ddl alternativo a quello del governo, ma anche con i malumori crescenti in Forza Italia.

Chiti a Renzi: perchè non accetti nostra proposta?
Vannino Chiti, primo firmatario del ddl alternativo in casa Pd che dimezza i deputati alla Camera e riduce il numero dei senatori, lasciandone però l'elezione diretta (fumo negli occhi per Renzi) non molla la presa: «Perché - incalza l'esponente democratico - dobbiamo rinunciare ad avere 421 parlamentari, anziché i 945 attuali, e cioè ad una riduzione di 524 tra deputati e senatori? Perché non assicurare all'Italia un Senato di garanzia eletto dai cittadini per le grandi questioni di democrazia e civiltà?».

Fassina: no al pensiero unico sulle riforme
Non c'è solo Chiti. C'è anche l'ex viceministro dell'Economia Stefano Fassina che attacca la Boschi per l'uscita contro i «professori». E in un tweet scrive: «Sulle riforme chi è al governo rispetti opinioni diverse, anche quelle dei professoroni. No pensiero unico». Mentre Pippo Civati definisce «eccessivo» il tono di Renzi sulla riforma costituzionale. E ricorda al premier che lui «sicuramente può ispirare ma poi vota il Parlamento». Mentre anche dalla leader della Cgil Susanna Camusso arriva una stoccata al premier quando dichiara: «Se si dice che c'è un Senato delle Autonomie, deve essere delle Autonomie. Non che ci mettiamo un pò di gente così a caso». E aggiunge: «È giunta la stagione del superamento del bicameralismo perfetto e del Titolo. Ma non vuol dire che si possa fare qualunque cosa sulla Costituzione, serve una riforma rigorosa».

I nuovi equilibri nel Pd
Malumori che però non sembrano impensierire Renzi. Anche perché l'ormai ex minoranza del Pd – appena riorganizzatasi nell'area "riformista" – è schierata (con qualche eccezione) per il sostegno alla riforma del Senato e del Titolo V. Dal plenipotenziario della vecchia segreteria di Bersani Maurizio Migliavacca al giovane Alfredo D'Attorre, tutti sottolineano come il superamento del bicameralismo perfetto è posizione storica della sinistra e del Pd. E va ricordato che in Senato non ci sarà voto segreto. Non a caso Renzi commenta: «I 22? Ma no che non mi preoccupano».

Il rapporto complesso con Forza Italia
Più complessi i rapporti con Forza Italia. Renzi è convinto del fatto che Berlusconi non abbia interesse a rovesciare il tavolo. Ma il premier teme sulla tenuta del patto su Italicum e riforme con Berlusconi dopo la dead line dei possibili arresti domiciliari il 10 aprile. Non sono poi un mistero le riserve sul pacchetto riforme del capogruppo al Senato Paolo Romani che oggi dichiara: «personalmente, se dovessi vedere Berlusconi in una condizione di minorità riguardo la sua agibilità politica, qualche difficoltà a proseguire sul percorso riformatore ce l'avrei». Così come resta l'ostilità del capogruppo alla Camera Renato Brunetta che oggi a Mix 24 su Radio 24 ha tuonato: «Sulle riforme Renzi non sta mantenendo gli impegni. Quando un partner di un contratto non mantiene gli impegni non ci fidiamo più»

Ncd lavora a intesa con Udc e popolari
Intanto nella maggioranza sembrano a buon punto i lavori per arrivare ad una intesa tra il Nuovo Centrodestra, Udc e i Popolari di Mario Mauro in vista delle europee. L'obiettivo è aggregare le forze «responsabili» di centrodestra che collaborano al governo di Matteo Renzi, con l'ipotesi anche di una possibile unificazione dei gruppi parlamentari che potrebbe avvenire dopo la presentazione delle liste ma, secondo alcune fonti, addirittura prima delle prossime elezioni Ue. Se ne è parlato oggi in una riunione di primo mattino con i gruppi parlamentari convocata dal leader Ncd Angelino Alfano per decidere la strategia in vista delle europee. E Forza Italia? È «un iceberg che il sole sta sciogliendo», sarebbe stato sottolineato stamattina nel corso della riunione.

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