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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2014 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 09 aprile 2014 alle ore 19:47.

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Matteo Renzi (Lapresse)Matteo Renzi (Lapresse)

«Escludo una manovra correttiva nel modo più categorico». Lo ha chiarito Matteo Renzi in una conferenza stampa al termine della visita alla manifestazione Vinitaly, a Verona. Il premier ha risposto a chi gli chiedeva conto delle critiche al Def (il Documento di economia e di finanza approvato ieri dal consiglio dei ministri, ndr)) e del rischio di un intervento sui conti pubblici. Chi ha avuto ora deve dare, ha ribadito il presidente del Consiglio. «Mi ha colpito l' atteggiamento delle persone che ci dicono non tornate indietro, non mollate: è la linea del Def, chi non ha mai pagato deve pagare un po' e chi ha sempre pagato è giusto che inizi a riscuotere. Chiediamo sacrificio a manager e banche».

Def in Aula alla Camera il 17 aprile
L'Aula della Camera esaminerà il Def il prossimo 17 aprile. Lo hanno deciso i capigruppo di Montecitorio. Il 15 aprile il testo, che va inviato Bruxelles entro il 30 aprile, sarà il 16 in commissione Bilancio.

Def, l'Ue non contesta lo slittamento del pareggio strutturale
Intanto la Commissione Ue, tramite il portavoce del commissario Olli Rehn, ha spiegato di accogliere «con favore l'accelerazione delle riforme in Italia e l'intenzione di procedere spediti con privatizzazioni, razionalizzazione della spesa, efficienza della Pa». La Commissione promuove anche «l'impegno a finanziare la riduzione delle tasse per i lavoratori con salario basso interamente con tagli alla spesa». Le previsioni economiche di Bruxelles, pubblicate a maggio, «incorporeranno» i dettagli delle misure e le coperture.

Bruxelles ricorda comunque che l'Italia deve assicurare il calo del debito pubblico (che quest'anno toccherà il picco del 134,9%) e il rispetto del percorso di aggiustamento dei conti concordato. Qui può nascondersi un problema se la Commissione non troverà elementi di riduzione strutturale sufficienti dato che già tre mesi fa giudicava l'aggiustamento insufficiente. Il fatto però che il portavoce abbia accuratamente evitato di contestare lo spostamento di un anno (al 2016) dell'obiettivo del pareggio strutturale indica un orientamento non sfavorevole.

Fmi: piano Renzi si muove in direzione indicata
Il Def del governo Renzi incassa un primo via libera dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi): il piano Renzi si muove nella direzione indicata dal Fondo. Lo afferma Sanjeev Gupta, responsabile del Fiscal Monitor, sottolineando che le raccomandazioni del Fmi sono una riforma delle spese e quella per ridurre i costi del lavoro.

Def: Confindustria troppo timida la riduzione dell'Irap
Il Def «traccia una salutare accelerazione riformatrice per il paese, a partire dal riassetto istituzionale, coerente con gli indirizzi annunciati dal Governo al momento del suo insediamento», commenta Confindustria. Ma avverte: «Fare di più su costo del lavoro e investimenti». Appare «un passo troppo timido la riduzione dell'Irap».

I manager Pa vanno al privato? Ce ne faremo ragione
Al Vinitaly il premier ha rincarato la dose: è «inaccettabile», ha detto, l'aumento delle retribuzioni dei dirigenti pubblici ed è «sacrosanto» mettere un tetto agli stipendi: 238mila euro lordi «non mi sembra una cifra banale: è scandaloso che si debba ridurre a quella cifra lì. Poi vanno nel privato? Vai nel privato, ce ne faremo una ragione».

In sei anni l'export deve aumentare del 50 per cento
La ripresa parte dall'export. «Dai 5 mld di export - ha sottolineato Renzi - il sistema Italia deve arrivare a 7,5 mld nel giro di 6 anni. Dobbiamo aumentare del 50 per cento».

Il giorno dopo il via libera del Governo al Def, Matteo Renzi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa e, fin dalle prime ore della mattinata, ha affidato a Twitter le sue considerazioni sui contenuti del documento di programmazione. A cominciare da quello che, gli hanno fatto notare sul social network, manca: un impegno dell'Esecutivo a recuperare risorse per la crescita dalla lotta all'evasione. «Vedrai, vedrai sull'evasione...», ha replicato a chi gli faceva notare che nel Def non c'è traccia di questo.

Spending review: la campagna online sui prossimi tagli
Intanto il presidente del Consiglio sottolinea che «il Def mantiene tutti gli impegni che ci eravamo presi, alla faccia dei gufi. Inizia a pagare chi non ha mai pagato. Si cambia verso» e in un'intervista a Il Corriere della Sera annuncia: «la prossima tappa sarà una campagna on line: "E tu cosa taglieresti?". Partiamo subito, già nei prossimi giorni. Chiediamo ai cittadini di segnalare al governo gli sprechi, gli enti inutili, le complessità burocratiche, i privilegi odiosi, i pasticci amministrativi». Quello della difesa, aggiunge, «è un settore dove si può tagliare».

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