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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 08:34.
L'ultima modifica è del 13 aprile 2014 alle ore 20:19.

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Marcello Dell'Utri (Ipp)Marcello Dell'Utri (Ipp)

Si svolgerà lunedi mattina a Beirut l'udienza di convalida dell'arresto di Marcello Dell'Utri, l'ex braccio destro di Silvio Berlusconi arrestato sabato mattina in un lussuoso hotel dalla polizia libanese in esecuzione di un ordine di cattura spiccato dai magistrati italiani. La pratica di estradizione è già stata avviata dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando in base all'accordo esistente tra Italia e Libano. Ieri sera l'ex senatore ha avuto un colloquio telefonico, autorizzato dalla polizia locale, col suo avvocato, Giuseppe Di Peri. In attesa dell'udienza di convalida del fermo, i due hanno concordato che Dell'Utri ricorrerà ad un legale libanese che si occuperà dell'udienza e delle fasi del procedimento di estradizione.

La linea difensiva: non è fuggito
Di Peri resta a Roma. Si sta preparando in vista dell'udienza di martedì in Cassazione, dove Dell'Utri sarà giudicato rispetto all'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
La linea difensiva, d'altra parte, appare chiara anche dalle parole dello stesso avvocato: «È un'offesa all'intelligenza ritenere che Dell'Utri abbia deciso di sottrarsi alla giustizia italiana fuggendo in un paese straniero dove ha usato il proprio passaporto, la propria carta di credito e il proprio cellulare e dove si è registrato in albergo con il proprio nome», ha dichiarato. E ancora: «Chi vuole fuggire non sceglie certo uno Stato che ha un trattato di estradizione con l'Italia. Tutto ciò dimostra in modo inconfutabile che non si è trattato affatto di un pianificato tentativo di fuga».

Notte tranquillo in camera sicurezza
Dell'Utri non si muoverà per tutta la giornata di oggi dalla camera di sicurezza dove è rinchiuso da ieri mattina nel quartier generale della polizia libanese a Beirut. In questa cella Dell'Utri ha passato la notte scorsa in modo tranquillo e passerà anche questa notte in attesa domattina presto di recarsi al tribunale per l'udienza che dovrebbe convalidare il suo arresto.

L'arresto nell'hotel Intercontinental Phoenicia
Nella capitale libanese Dell'Utri è stato fermato mentre si trovava nella sua stanza del lussuoso hotel Intercontinental Phoenicia. Assieme al rappresentante della polizia italiana in Libano, gli agenti del dipartimento d'intelligence della polizia locale lo hanno rintracciato con facilità. Secondo fonti libanesi vicine alla vicenda, Dell'Utri era ospitato al Phoenicia col suo vero nome e col passaporto italiano. Agli inquirenti libanesi sarebbe bastato leggere le liste degli ospiti dei principali alberghi di Beirut per scorgere il nome del ricercato italiano. Al momento del fermo Dell'Utri sarebbe stato trovato in possesso di alcune decine di migliaia di euro e avrebbe preferito rimanere in totale silenzio.

L'annuncio della cattura dato da Alfano
La notizia dell'arresto è arrivata in Italia ieri in tarda mattinata, quandi il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha annunciato che l'ex senatore si trovava in custodia in un posto di polizia libanese a Beirut. E che sarebbero state avviate le procedure per l'estradizione.

Dell'Utri in caserma a Beirut
Dell'Utri ha passato tutta la giornata di ieri negli uffici del Dipartimento di intelligence , assistito in parte da funzionari dell'ambasciata italiana accorsi per prestare l'assistenza consolare «come sempre avviene in questi casi». Nella caserma Dell'Utri dovrebbe rimanere almeno fino a domani, quando si presenterà di fronte al giudice libanese per l'udienza di convalida dell'arresto. Prima della convalida non può esserci l'estradizione. Mentre martedì la Cassazione deciderà se rendere definitiva la condanna a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione comminata nel processo di appello bis a suo carico a Palermo.

La latitanza dell'ex senatore
Dalla metà di marzo Dell'Utri aveva fatto perdere le sue tracce in Italia. E il 24 del mese era stato avvistato sul volo Parigi-Beirut in classe business. Nella capitale libanese, per ammissione del fratello Alberto, Dell'Utri aveva conoscenti influenti e appoggi politici locali. Da Beirut non si sarebbe più mosso: il 3 aprile la Dia aveva localizzato vicino alla capitale «un'utenza mobile intestata a Marcello Dell'Utri». E venerdì scorso, tramite il suo legale, Dell'Utri aveva affermato di trovarsi all'estero per effettuare «esami e controlli» medici dopo un recente intervento di angioplastica.

Ordine di custodia per pericolo di fuga
Nei mesi scorsi per due volte consecutive la Corte d'appello di Palermo aveva respinto la richiesta di divieto d'espatrio avanzata dal pg Luigi Patronaggio. Cinque giorni fa invece la svolta. Accolta la richiesta di arresto per il pericolo di fuga all'estero. Il provvedimento è stato firmato martedì scorso, 8 aprile, dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo su richiesta della Procura generale di Palermo. Troppo tardi, però. Dell'Utri era già irreperibile. Da giovedì l'ex senatore era già classificato come latitante e a suo carico era stato spiccato un mandato di cattura internazionale.


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