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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 15:43.
L'ultima modifica è del 11 aprile 2014 alle ore 16:41.

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Silvio Berlusconi ha chiesto di scontare la condanna residua di un anno per frode fiscale presso una Onlus «di famiglia» nel comune di Macherio, dove sarebbe in costruzione una cascina per l'assistenza di disabili fisici e psichici.

La gestione della struttura sarebbe affidata a «soggetti dell'orbita berlusconiana» ed è per questo motivo che il sostituto procuratore generale di Milano, Antonio Lamanna, si è opposto nell'udienza di ieri alla richiesta degli avvocati del leader di Forza Italia proponendo che l'affidamento in prova avvenga presso la struttura per anziani indicata dall'Uepe, l'Ufficio dell'esecuzione penale esterna. A Macherio, che dista solo cinque chilometri in linea d'aria da Arcore, Berlusconi possiede Villa Belvedere, la residenza dove fino a poco tempo fa ha vissuto l'ex moglie Veronica Lario.

I dieci mesi e 15 giorni che Silvio Berlusconi trascorrerà in affidamento ai servizi sociali saranno un terreno minato per l'ex premier e leader di Forza Italia. Berlusconi dovrà «rigare dritto» senza infrangere nessun articolo di legge e soprattutto dovrà osservare una dozzina di regole di comportamento stabilite dal Tribunale di sorveglianza. In caso contrario la misura dell'affidamento in prova sarà revocata e per Berlusconi scatteranno gli arresti domiciliari.

Non solo. Alla fine del periodo di affidamento, Berlusconi dovrà passare ancora una volta sotto le forche caudine del Tribunale di sorveglianza che esaminerà il comportamento tenuto dal condannato nei dieci mesi precedenti. Se giudicherà che Berlusconi abbia contravvenuto alle norme o non abbia osservato le prescrizioni imposte potrà considerare non estinta la pena e mandarlo agli arresti domiciliari per un periodo che lo stesso tribunale stabilirà.

Dunque, la strada non è affatto in discesa per l'ex premier. Il Tribunale di sorveglianza potrebbe aver già deciso il destino del leader di Forza Italia. L'udienza di ieri, infatti, è durata circa un'ora e mezza, dalle 16 alle 17,30. Ma il presidente del tribunale, Pasquale Nobile de Santis, è uscito dall'aula soltanto alle 18,15 per annunciare che la decisione sarebbe stata depositata nei prossimi giorni. Cosa è accaduto nei 45 minuti di gap? È probabile che i giudici abbiano tenuto la camera di consiglio e abbiano già deciso se affidare Berlusconi ai servizi sociali (come è quasi sicuro) o costringerlo agli arresti domiciliari (come appare sempre più improbabile).

L'udienza per l'affidamento.
Nell'udienza di ieri il sostituto procuratore generale ha affermato che «l'affidamento potrà essere revocato se Berlusconi diffamerà ancora i giudici». Lamanna ha portato in aula la copia di un articolo del 7 marzo nel quale erano riportate alcune frasi dell'ex presidente del Consiglio riferite alla vicina decisione del tribunale di sorveglianza: «Sono qui a dipendere da una mafia di giudici». Dunque, ha spiegato Lamanna, stando a quanto prevede la legge, l'affidamento potrà essere revocato se Berlusconi, come ha già fatto in passato in diverse occasioni, diffamerà i singoli magistrati.

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