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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2014 alle ore 16:26.
L'ultima modifica è del 15 aprile 2014 alle ore 16:28.

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Michel Barnier (Epa)Michel Barnier (Epa)

Il Parlamento europeo ha adottato oggi a larga maggioranza un pacchetto di norme che completano l'unione bancaria con le quali viene spostato innanzitutto sul settore privato (cioè azionisti e creditori degli istituti di credito) l'onere di intervenire per risanare e gestire in modo ordinato il fallimento (risoluzione). «Adesso disponiamo di un sistema effettivamente europeo per vigilare su tutte le banche della zona euro e gestire gli eventuali fallimenti», ha indicato il francese Michel Barnier che per l'esecutivo di Bruxelles ha presentato tutte le proposte per la riforma complessiva del sistema finanzario e bancario negli anni della crisi finanziaria. Ora toccherà al Consiglio adottare i testi in via formale.

Sono tre le misure che assicurano che le banche sosterranno i rischi di fallimento sulla base di un certo ordine per il cosiddetto "bail-in" che non si applicherà ai depositi protetti dal sistema di garanzia (fino a 100mila euro), ai finanziamenti interbancari a breve termine o ai crediti vantati dalle clearing house dai sistemi di pagamenti e regolazione (con scadenza di 7 giorni), agli asset dei clienti o passività come salari, pensioni o tasse. In casi eccezionali le autorità possono scegliere di escludere certe passività se strettamente necessario per assicurare la continuità dei servizi critici della banca o per prevenire contagi rischiosi in altre parti del sistema finanziario o se non possono essere "chiamate" (cioè usate) in tempi ragionevoli.

Quanto all'ordine di questa "chiamata", uno degli aspetti più controversi del difficile negoziato fra governi, Parlamento ed esecutivo di Bruxelles, gli azionisti saranno in prima posizione per assorbire le perdite, seguiranno i possessori debito subordinato, poi quelli di debito senior. I depositi di pmi e persone naturali, inclusi quelli di ammontare superiore a 100mila euro, arriveranno dopo i creditori senior. Il grado di distribuzione degli oneri degli interventi privati dipenderanno dalla banca, dall'ammontare delle perdite e della situazione economica generale. In casi eccezionali e se necessario per preservare la stabilità finanziaria, il "bail-in" potrebbe essere concluso una volta raggiunto l'8% delle passività della banca capitale incluse o alternativamente il 20% degli asset ponderati per il rischio in situazioni specifiche. Dopodiché scatta l'intervento del fondo di risoluzione che può assumere fino al 5% delle perdite. Fondi pubblici nazionali possono essere utilizzati per sostenere il fondo di risoluzione per coprire direttamente le perdite oltre il 5%. Solo in situazioni di stress sistemico severo i fondi pubblici possono essere rimpiazzati direttamente dal fondo di risoluzione ma solo dopo che c'é stato l'intervento privato fino all'8%.

Le regole del "bail-in" si applicheranno dal primo gennaio 2016 al più tardi a tutto il debito esistente come al nuovo. Gli Stati possono decidere se applicare tale strumento prima. Per quanto concerne la risoluzione, il meccanismo unico europeo sarà operativo dal 2016: fino ad allora le crisi bancarie saranno gestite sulla base delle regole nazionali. Le risorse nazionali per la gestione dei fallimenti (sulla base di un prelievo sugli istituti di credito pari all'1% dei depositi garantiti) saranno mutualizzate in otto anni gradualmente e a termine avrà a disposizione 55 miliardi di euro.

Per quanto concerne la garanzia dei depositi in caso di fallimento della banca, attualmente i fondi possono essere risarciti dopo venti giorni lavorativi. I tempi ora vengono accorciati: 15 giorni lavorativi dal primo gennaio 2019, 10 dal primo gennaio 2021, 7 dal primo gennaio 2024. La legge europea stabilisce il livello minimo di finanziamento effettivo allo 0,8% dei depositi garantiti. Il tetto può scendere a 0,5% sulla base di certe condizioni e dopo il via libera della Commissione europea. Le risorse finanziarie includono cash, depositi, asset a basso rischio che possono essere liquidati rapidamente. Gli impegni di pagamento devono essere pienamente 'collateralizzatì. Il testo segue l'accordo raggiunto fra Governi, esecutivo di Bruxelles ed Europarlamento.

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