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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2014 alle ore 20:44.

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Spiagge assolate in stile Riviera romagnola sul Mar Baltico, con i turisti tedeschi e del Nord Europa che invece di calare verso le spiagge della penisola si sdraieranno sulla loro, di sabbia. E dove prima si battevano i denti tra qualche anno ci si abbronzerà. Ma anche progressiva desertificazione dell'Italia meridionale e centrale. E fortunali, in giro per l'Italia, come si fosse nelle pianure americane.

Fin qui le suggestioni che periodicamente vengono diffuse come possibili scenari dei cambialemti climatici.

Più prosaicamente, e realisticamente, questi comportano già oggi fame, povertà, migrazioni e conflitti. Sono le conseguenze illustrate dal report dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) dell'Onu pubblicato nei giorni scorsi, e incentrato sull'impatto dei mutamenti climatici sulla salute dei sistemi naturali e umani, sulla loro vulnerabilità e capacità di adattamento.

Per questo, giovedì 17 aprile a Milano, nella sede della Fondazione Eni Enrico Mattei (in corso Magenta 63) è in programma un workshop dal titolo "I cambiamenti climatici cambiano anche la vita?", organizzato con il patrocinio della Commissione europea dalla stessa Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Avsi. L'incontro metterà a fuoco le previsioni del report Ipcc confrontandole con un caso concreto relativo ad un'area a rischio, quella caraibica.

Proprio mentre a livello mondiale si sta procedendo con la definizione dell'Agenda post 2015 imperniandola sullo sviluppo sostenibile, uno studio della Columbia University su un caso progettuale in Haiti evidenzia come gli interventi di sviluppo in zone di calamità climatiche debbano includere la dimensione ambientale insieme a quella sociale ed economica proprio per prevenire questi rischi.

Eventi meteorologici estremi potranno portare alla brusca riduzione dei raccolti agricoli e all'evoluzione di malattie, conflitti e spostamenti di popolazioni. Conseguenze che non si limiteranno ai Paesi più poveri del mondo, data l'integrazione dei sistemi economici mondiali e la probabilità di fenomeni migratori importanti.

Mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici significa includere servizi e opportunità come la scuola, e affrontare il problema della povertà energetica. Fondamentali sono la valorizzazione delle capacità di adattamento delle comunità locali o "resilienza", e un'attenzione globale allo sviluppo umano.

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