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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 09:39.
L'ultima modifica è del 19 aprile 2014 alle ore 15:31.

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Nonostante l'annuncio del Governo dell'8 aprile scorso almeno per il momento nessuna agevolazione per gli incapienti ma esclusivamente un "bonus" da 80 euro mensili per 10 milioni di lavoratori dipendenti con redditi fino a 24mila euro e con un leggero decalage fino 26mila euro lordi. Niente più "sottotetti" e tagli differenziati agli stipendi di dirigenti pubblici, solo un tetto unico, allineato ai 239mila euro annui della retribuzione del capo dello Stato, anche per magistratura e Authority ma (per ora) non per gli organi costituzionali.

Con il risultato di "colpire" una pattuglia ristretta di figure apicali della Pa per un risparmio che dovrebbe scendere a circa 10 milioni dai circa 300 milioni inizialmente ipotizzati. Un intervento da 1,8 miliardi sulle banche con l'aumento dell'imposta sostitutiva, attualmente al 12% (e destinata a salire al 26%) sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Nessun riferimento ai tagli alla sanità, scomparsi in extremis, ma un giro di vite da 2,1 miliardi nel 2014 (5 nel 2015) sugli acquisti di beni e servizi suddiviso equamente (700 milioni a testa) tra Stato, Regioni ed enti locali. Che se tra 2 mesi non avranno adottato le misure necessarie (anche sugli "acquisti sanitari") saranno sottoposte a un taglio lineare targato Cottarelli. Sono queste le novità dell'ultima ora del decreto "Italia coraggiosa" varato dal Governo.

Il Dl conferma la riduzione del 10% dell'Irap sulle imprese da coprire con l'aumento dal 20 al 26% del prelievo sulle rendite finanziarie. Allo stesso tempo scatta un taglio da 1 miliardo l'anno su incentivi alle imprese e agevolazioni fiscali per il settore agricolo.
Confermata l'operazione per sbloccare subito il pagamento di altri 8 miliardi di crediti delle imprese nei confronti della Pa, che dovrà produrre una maggiore Iva per 600 milioni quest'anno e 1 miliardo l'anno prossimo inserita dal Governo nello schema di coperture.
Confermata anche la stretta per la Difesa da 400 milioni per quest'anno, di cui 150 dallo spostamento del programma F-35. Arriva poi un taglio lineare da 200 milioni per i ministeri e 100 per le province. E arriva anche il giro di vite sulle auto blu: ogni ministero non ne potrà utilizzare più di 5 (Difesa e Interno esclusi) e anche i sottosegretari dovranno andare a piedi. Conferma poi per la stretta da 55 milioni per Quirinale, Camere e Consulta, che dovranno decidere autonomamente le misure da adottare, e di 5 milioni per Cnel, Corte dei conti e magistratura ordinaria.

Per la Rai il Governo fissa un obiettivo di risparmio obbligato per 150 milioni nel 2014 con la possibilità di cedere quote di Ray Way e di avviare la riorganizzazione delle sedi regionali. Non ci sarà invece alcun intervento sui Caf. Cura dimagrante per le municipalizzate che in 2 anni dovranno scendere da quasi 8mila a mille con un risparmio di 100 milioni per quest'anno e di 1 miliardo nel 2015.
Complessivamente il Governo indica in 6,9 miliardi le coperture necessarie per il 2014 (200 milioni in più dei 6,7 miliardi ufficializzati al momento del varo del Def) e in 14 miliardi quelle per il 2015 (il Def fa riferimento a tagli per 17 miliardi). Coperture che Renzi definisce strutturali per un "bonus" anch'esso considerato strutturale. Ma lo stesso Renzi afferma che per il 2015 tutte le "poste" saranno indicate con precisione solo in autunno al momento del varo della prossima legge di stabilità. Pertanto la configurazione resta quella di un intervento quanto meno per il 2014 una tantum seppure agganciato a un fondo ad hoc per il taglio del cuneo su cui far confluire in via permanente le risorse necessarie.

Risorse che come per gli 1,8 miliardi attesi dalle banche e i 300 milioni dalla lotta all'evasione, che diventano 3 miliardi nel 2015, hanno una chiara fisionomia una tantum.
A concorrere alle coperture ci sono anche 100 milioni dall'editoria, con l'eliminazione dell'obbligo di pubblicare sui quotidiani gli annunci dei bandi di gara per i quali l'unica via diventa quella "on line", e 10 milioni dall'eliminazione delle agevolazioni sulle tariffe postali per le campagne elettorali. Infine il capitolo trasparenza. Tutte le spese delle amministrazioni centrali e locali dovranno essere pubblicate on line entro 60 giorni, in caso contrario scatteranno tagli lineari ai trasferimenti.

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