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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 17:52.
L'ultima modifica è del 18 aprile 2014 alle ore 18:07.

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(Afp)(Afp)

Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, ha ottenuto insieme alla figlia lo status di rifugiato politico. A deciderlo è stata la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale del Viminale. A renderlo noto sono i legali della donna. La notizia è stata confermata da fonti del Viminale.

Il legale: due permessi di soggiorno per madre e figlia
In base alla decisione odierna, spiega Anton Giulio Lana, avvocato di Shalabayeva, verranno emessi due permessi di soggiorno per la donna e la figlia con una validità quinquennale (rinnovabile alla scadenza): «il riconoscimento dello status comporta infatti una sostanziale equiparazione del rifugiato ai cittadini italiani per quanto riguarda i diritti normativamente garantiti».

L'espulsione a maggio, il rientro a dicembre a Roma
Shalabayeva è tornata in Italia lo scorso 27 dicembre
, sette mesi dopo l'espulsione «illegittima», insieme alla figlia Aula, e il rocambolesco rientro in Kasakhstan che ha sollevato un polverone politico e incrinato i rapporti tra Roma e Astana. La moglie del dissidente kazako Mukthar Ablyazov era stata espulsa dalle autorità italiane dopo un blitz a fine maggio nella villa di Casalpalocco. E aveva trascorso alcuni mesi di domiciliari ad Almaty. Nella bufera era finito il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Shalabayeva: sto cercando casa a Roma
Lo scorso gennaio Shalabayeva aveva dichiarato: «Mi sento protetta e bene accolta dal
popolo italiano. Voglio una vita normale, per me e mia figlia, sto cercando casa a Roma»

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