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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2014 alle ore 13:03.
L'ultima modifica è del 21 aprile 2014 alle ore 13:52.

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Quarantatré giorni sotto l'occhio vigile della Commissione Europea. È quanto attende il governo Renzi, che ha deciso di far slittare il pareggio di bilancio al 2016, con il via libera all'operazione da parte del parlamento. Per adesso Bruxelles prende atto. Il primo giudizio arriverà il 2 giugno, con le raccomandazioni della Commissione europea ai Paesi membri. In mezzo l'appuntamento con le elezioni Europee del 25 maggio, e il braccio di ferro in campagna elettorale tra forze politiche pro e contro l'Unione Europea. Il voto finale di Bruxelles dipenderà anche dalle riforme che l'Italia avrà messo sul tavolo.

Dopo il bonus Irpef la riforma della Pa
Per adesso l'esecutivo si presenta con il decreto Irpef e il provvedimento sul lavoro(il decreto Poletti). Entro questo mese, ha annunciato Renzi, la riforma della Pa e lo "Sforbicia-Italia". Tempi più lunghi potrebbe avere invece il provvedimento a favore degli incapienti, rimasti esclusi all'ultimo momento dal decreto Irpef, a cui potrebbero affiancarsi anche pensionati e popolo degli autonomi a partita Iva. A giugno, ha chiarito il presidente del Consiglio, sarà la volta della riforma della giustizia, a cominciare dal processo civile telematico, quindi quello penale e la giustizia amministrativa.

L'attesa per la pagella del 2 giugno
Intanto, dopo la decisione di far slittare il pareggio di bilancio, dalla direzione Affari economici e finanziari della Commissione Ue hanno fatto sapere che il percorso di aggiustamento dell'Italia «sarà valutato». Una posizione interlocutoria, nell'attesa che un giudizio venga espresso dalla pagella del 2 giugno, quando arriveranno le raccomandazioni sulle riforme promosse dai Ventotto, Italia compresa.

La sfida delle Europee e le Previsioni di primavera
Prima di quella data, l'appuntamento è con le elezioni europee del 25 maggio: una cartina di tornasole per valutare il peso politico delle forze che chiedono una maggiore flessibilità nella gestione del rapporto tra deficit e pil e, in alcuni casi, mettono nel mirino l'esistenza stessa dell'euro. Prima ancora, a metà maggio, e quindi a ridosso della tornata elettorale, arriveranno le Previsioni economiche di primavera della Commission e europea. Un assaggio dell'orientamento che la Commissione assumerà, nei confronti dell'Italia, nell'ambito delle raccomandazioni del 2 giugno. Orientamento che dovrà essere confermato dal Consiglio Ecofin del 20 giugno. Le raccomandazioni di Bruxelles diventeranno vincolanti con il via libera del consiglio europeo, in agenda per il 26 e il 27 giugno.

I compiti a casa: il debito pubblico continua ad aumentare
L'anno scorso l'Unione Europea aveva chiesto all'Italia di mantenere il deficit sotto il 3% del pil e di ridurre il debito, anche ricorrendo al taglio della spesa pubblica. Se la prima condizione è stata rispettata, il debito è aumentato: secondo le ultime stime siamo al 133,7%, secondi in questo solo alla Grecia. Dal 2016 poi scatterà il regime del Fiscal compact, e le maglie si stringeranno ulteriormente.

Il Def e le riforme
L'Italia si presenta con gli impegni registrati dal Def. Il Documento di economia e di finanza è stato trasmesso alle autorità europee come parte essenziale del cosiddetto "Semestre Europeo", cioè il quadro comune in cui si svolge la programmazione economica di tutti gli stati membri dell'Unione. Nel documento l'esecutivo elenca le riforme che intende realizzare: dalla spending review ( risparmi per circa 4,5 miliardi nell'anno in corso, e fino a 17 per il 2015 e 32 per il 2016 rispetto al tendenziale: le risorse - si legge nel documento - verranno utilizzate in via principale per la riduzione del cuneo fiscale) all'accelerazione sulle privatizzazioni, dal pagamento dei debiti della Pa (il documento parla di «di ulteriori 13 miliardi di euro che si aggiungono ai 47 già stanziati dai precedenti governi») al Jobs Act (martedì 22 aprile inizierà l'esame del decreto lavoro in Aula alla Camera, con l'ipotesi sempre più concreta che il governo ponga la fiducia).

Il bonus Irpef e il nodo coperture
Sul piatto l'esecutivo ha posto anche il decreto Irpef, che prevede un bonus in busta paga a partire da maggio per chi percepisce redditi fino a 26mila euro l'anno. Interessati dieci milioni di lavoratori. Il provvedimento, che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri, deve essere ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. Rimane il nodo coperture: la prossima legge di Stabilità dovrà reperire risorse per 14 miliardi. Di questi dieci andranno a coprire l'operazione sull'Irpef. E Bruxelles vigila. Conti pubblici in ordine, è il leitmotiv nelle riunioni dei ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Ue: la soglia del 3% nel rapporto tra deficit e pil non va superata.

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