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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2014 alle ore 11:14.
L'ultima modifica è del 21 aprile 2014 alle ore 11:17.

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Il nodo, ancora una volta, è quello delle coperture, tanto che per ora la Commissione europea si limita a «prendere nota» del decreto varato venerdì dal governo. Con un'incognita, non da poco: l'intera operazione si regge sulla scommessa che con la prossima legge di stabilità si riesca a reperire risorse per un totale di 14 miliardi, 10 dei quali dovranno coprire la manovra sull'Irpef. E questa volta senza ricorrrere a misure «una tantum».

Tagli in parte immediatamente operativi, in parte da perfezionare in corso d'anno attraverso successivi provvedimenti attuativi e apposite deliberazioni da parte di Regioni ed enti locali. Ma soprattutto tagli per ora annunciati e da attuare con la prossima legge di stabilità.

Dopo il via libera al decreto che introduce per il 2014 il bonus fiscale «per lavoratori dipendenti e assimilati» da 80 euro, relativamente ai redditi fino a 24mila euro, con leggero decalage fino a 26mila euro lordi, si va delineando il complesso puzzle delle coperture per la parte affidata a tagli alla spesa corrente. Nel complesso, si tratta per l'anno in corso di 400 milioni attesi dalla revisione degli incentivi all'agricoltura, 2,1 miliardi dalla stretta sugli acquisti di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche, 900 milioni da una serie di interventi catalogati alla voce "sobrietà" (in sostanza tagli alle spese di funzionamento e ai costi delle amministrazioni pubbliche), mentre altri 200 milioni andranno recuperati con l'intervento sulle municipalizzate e le nuove procedure di digitalizzazione degli acquisti. Vi si aggiunge, ma nulla ha a che fare con i tagli, il versamento in un'unica soluzione a giugno per la rivalutazione degli asset aziendali ammortizzabili, e non più in tre rate annuali di pari importo come previsto dall'ultima legge di stabilità.

Il tutto, stando a quanto emerge dalla bozza più aggiornata del decreto, in attesa di prendere visione del testo finale, sottoposto come di consueto in queste ore a ulteriori revisioni e aggiustamenti.

Tagli immediati
La riduzione del 5% dei contratti in essere per fornitura di beni e servizi rientra nelle misure immediatamente operative, anche se poi la ricontrattazione avrà inevitabilmente tempi più lunghi con inevitabili strascichi giudiziari. Immediatamente operativo è certamente il tetto al trattamento economico del personale pubblico e delle società partecipate. Il decreto dispone al riguardo che il limite massimo dei 240mila euro lordi annui si applichi dal 1° maggio. Decorrenza immediata anche per la revisione dei tetti di spesa per consulenze e contratti di collaborazione coordinata e continuativa, stipulati dalle amministrazioni pubbliche, ad eccezione delle Università, degli enti di ricerca e degli enti del Servizio sanitario nazionale. Anche per l'abolizione delle agevolazioni postali per i volantini elettorali è prevista l'immediata operatività. Nel prospetto delle coperture compare il taglio del fondo per il finanziamento ordinario delle università: 30 milioni nel 2014, 45 milioni a decorrere dal 2015. Lo Stato risparmierà subito anche i 150 milioni di trasferimenti in meno alla Rai, toccherà poi all'ente pubblico provvedere eventualmente alla riorganizzazione di alcune sedi regionali e all'alienazione di società partecipate.

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