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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 11:15.
L'ultima modifica è del 23 aprile 2014 alle ore 11:18.

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Jose Mourinho (AP Photo)Jose Mourinho (AP Photo)

Arriviamo adesso al Catenaccio: l'impostazione del Sistema non era adatta a chi non avesse le caratteristiche fisiche e atletiche degli inglesi e infatti non era un caso che, ai Mondiali del 1934, gli altri convinti sostenitori del WM fossero i tedeschi. Il Catenaccio deve essere considerato a tutti gli effetti un adeguamento dei due moduli appena descritti alle esigenze del gioco moderno (dove per moderno si intende moderno di allora). Migliorava il Sistema o WM aggiungendo un giocatore in difesa: in genere si poneva un difensore alle spalle del centromediano, in modo che davanti al portiere ci fossero due giocatori uno dietro l'altro. In alternativa il centromediano veniva liberato dalla marcatura del centravanti avversario, che diventava di competenza del secondo difensore, più arretrato. Per effetto di questa disposizione nella metà campo di attacco si trovavano solo quattro giocatori: un centravanti, due ali e un centrocampista che poteva spaziare da solo appena oltre la linea di metà campo. Il supporto era garantito da due interni che venivano schierati davanti al centromediano, a ridosso della linea di metà campo. Mettiamo i numeri come si usa oggi? Ne veniva fuori uno schieramento 1-3-2-1-3.

Detto questo, intanto si capisce che il Catenaccio, quello vero, pur essendo un modulo che nasceva con l'esigenza di avere una maggior presenza difensiva era tutto tranne che un modulo strenuamente difensivo: c'erano comunque tre attaccanti stabilmente nella metà campo avversaria con il supporto di tre giocatori di centrocampo.

La seconda cosa che si capisce è che il modulo adottato ieri sera dal Chelsea di Mourinho con il Catenaccio non c'entra nulla. I giocatori inglesi sono stati schierati, nella fase difensiva, a cinque o addirittura a sei sulla stessa linea, con tre o quattro centrocampisti subito davanti. L'unico spazio lasciato libero era sulle ali (stesso giochino fatto da Simeone contro il Barcellona) per costringere gli attaccanti a chiudersi nell'imbuto formato dal difensore avversario (di fronte) dal centrocampista ( a destra o a sinistra a secondo del lato del campo) e dalla linea laterale.

Il pregio di Mourihno è stato quello di far cadere Simeone nella stessa trappola che aveva ideato per Messi e compagni, adattandola alle caratteristiche dei propri giocatori. Linea difensiva più folta, quindi, e intasamento di uomini all'altezza della linea dell'area di rigore. Risultato? Pochi tiri concessi, nessuno davvero pericoloso; quasi mai un avversario in condizione di colpire vicino al portiere del Chelsea e comunque mai libero da marcatura ravvicinata.

Non è Catenaccio, quindi, ma una difesa ideata per questa partita che forse non vedremo applicata nello stesso modo nel ritorno a Stanford Bridge. Chi come Mourinho e Simeone conosce il calcio in modo approfondito è in grado di inventare, modificare, adattare gli schemi del passato rinnovandoli anche a distanza di pochi giorni. Manca lo spettacolo? Mi sbaglio o nel calcio conta vincere e non l'estetica? Non ci sono giurie come nella ginnastica artistica. E poi, ripeto, per chi ha voglia di apprendere un poco di tecnica le partite come quelle di ieri sera valgono come un corso universitario.

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