Notizie ItaliaRiccardi: «Vi spiego perché Roncalli e Wojtyla sono santi, e presto lo sarà anche Paolo VI»
Riccardi: «Vi spiego perché Roncalli e Wojtyla sono santi, e presto lo sarà anche Paolo VI»
di Massimo Donaddio | 23 aprile 2014
L'iter di canonizzazione fu però molto diverso per i due papa: Wojtyla arriva agli altari in maniera fulminea, mentre per Giovanni XXIII il processo fu più lento. Come mai?
Paolo VI volle procedere per il suo predecessore attraverso la via ordinaria e fece iniziare il processo di beatificazione di papa Giovanni insieme a quella di papa Pio XII, perché temeva spaccature nella Chiesa tra innovatori e conservatori. Il processo di Giovanni è andato avanti non speditamente (non direi lentamente) anche per la complessità storica del personaggio. Inoltre non ci sono molti miracoli attribuibili a papa Giovanni - nonostante sia molto amato dai fedeli - tanto che papa Francesco è intervenuto direttamente per canonizzare Giovanni XXIII anche in assenza di un miracolo. O meglio, la convinzione di papa Francesco è che il miracolo di papa Giovanni sia stato il concilio. Ci troviamo quindi davanti a un'eccezione oppure davanti a qualcosa di nuovo, che può avere una grande influenza nelle future canonizzazioni. Un po' come avvenne con papa Wojtyla, quando allargò il concetto di martirio a partire dalla vicenda di padre Kolbe, martire non "in odium fidei" ma martire dell'amore. Insomma, dire che un evento storico, un evento ecclesiale è un miracolo (e io sono d'accordo) è dire qualche cosa di molto significativo.
Quali somiglianze e differenze riscontra tra Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II?
Wojtyla aveva un vero culto per Roncalli, che era stato in Polonia e aveva sempre mostrato simpatia per la Chiesa polacca, per i vescovi polacchi. Aveva grande ammirazione per il card. Wyszynski e quando i vescovi polacchi giungono a Roma per il concilio il papa li vuole vedere immediatamente. C'era anche Wojtyla, ovviamente. I polacchi lo veneravano. Inoltre Wojtyla guardava alla figura di Giovanni XXIII tanto da assumerne il nome. Personalmente il papa di Wojtyla era Montini, con cui aveva un rapporto molto intenso ma Roncalli stimava molto la Chiesa polacca per la scelta di resistenza al regime comunista.
E papa Francesco si ispira in qualche modo a questi due pontefici?
Non sono nella testa di papa Francesco anche se forse si può dire che il suo modello principale sia Paolo VI. Un richiamo a papa Giovanni può essere legato all'approccio pastorale, Wojtyla è invece il papa che ha fatto vescovo, arcivescovo e cardinale Bergoglio. Io penso che di Wojtyla Bergoglio senta molto il massaggio "Non abbiate paura".
Lei ha detto che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono stati i papi del concilio. È ancora un tema per la Chiesa di oggi?
È un tema fondamentale, perché il concilio è un ponte verso la grande tradizione. Non è stata la rivoluzione francese della Chiesa, ma un ponte attraverso cui l'oggi si ricollega alla grande tradizione ecclesiale. Così l'hanno inteso Giovanni Paolo II, Roncalli e Paolo VI. Non è una rottura, è un ponte. Quindi è ancora attuale con questo messaggio di popolo di Dio, Chiesa nella storia per annunciare il vangelo all'uomo del ventesimo secolo. È il segno di una Chiesa in missione, non arroccata nelle sue mura.