Notizie ItaliaChiesa e media, rivoluzione firmata Roncalli. Il direttore del Ctv: "In Francesco vedo molto di papa Giovanni"
Chiesa e media, rivoluzione firmata Roncalli. Il direttore del Ctv: "In Francesco vedo molto di papa Giovanni"
Massimo Donaddio | 25 aprile 2014
Anche Giovanni Paolo II aveva una capacità comunicativa innata ed eccezionale…
Karol Wojtyla innanzitutto proviene da una chiesa del silenzio, una chiesa battagliera. Si impegna nei gruppi teatrali, scrive poesie, ha una vita pastorale molto intensa per sollecitare i giovani a non camminare a testa bassa ma a testa alta nonostante il regime. Si presenta da pontefice come atleta di Dio, con un corpo vigoroso e molto forte, con una capacità di mostrare confidenza e amicizia con l'Italia attraverso la lingua con la frase "se sbaglio mi corrigerete"; usa una modalità di presentazione di sé molto accattivante. Dopo un lungo pontificato di Pio XII segnato dalle fatiche e dalle critiche, dopo un pontificato breve ma intenso e profetico come quello di Giovanni XXIII, dopo un pontificato di Paolo VI molto importante ma segnato, soprattutto dal rapimento di Moro in poi, da un'incomprensione tra papa e popolo, dopo secoli abbiamo un pontefice straniero e questo suscita l'attenzione da parte dei media. Inoltre è un papa che proviene da un Paese sotto l'influsso dell'Urss, dall' altra parte della cortina di ferro, e lui ha sfruttato questa attenzione molto bene da front man qual era, fin quando ha potuto.
Papa Wojtyla non lesinava anche parole scomode, eppure il suo consenso era vastissimo…
Intanto bisogna dire che i papi non cercano di piacere a qualcuno. È vero che alcuni papi piacciono più di altri ma non hanno una strategia comunicativa che ubbidisce alle logiche del consenso. Papa Wojtyla è piaciuto molto per la sua vigorosità, per il fatto di arrivare dalla Polonia, nazione orgogliosa del suo cattolicesimo; ma la sua ascesa ha coinciso con il lento e inesorabile declino delle grandi istituzioni: nel vuoto almeno c'era una figura che diceva con chiarezza dove stava il giusto per l'uomo. Non va letto con categorie politiche ma era una persona che difendeva la dignità dell'uomo contro tutte le sue possibili negazioni.
Venendo a Francesco…, lei lo vede spessissimo e, come direttore del Ctv, ha un ruolo importante nella resa comunicativa del papa e nella diffusione del suo messaggio. Come si rapporta il pontefice con i media?
Il papa fa il papa e non si preoccupa della sua rappresentazione mediatica, non c'è per lui un scena e un retroscena: papa Francesco è così come noi lo vediamo; è un dato di cui noi siamo certissimi. Quando sale sulla papamobile l'ultimo suo pensiero è quello che possa riprendere l'operatore del Ctv. Certamente ha un buon rapporto con tutti loro, è molto attento con tutti, così come con i suoi collaboratori. Ne riconosce l'importanza, ad esempio a Buenos Aires ha aperto una tv, Canal 21. D'altra parte non vede mai la televisione. È ovvio che su alcune cose si parla e ci si confronta: la messa di Santa Marta è richiesta da molti ma il papa desidera che sia un momento familiare, intimo di rapporto con Dio. Per questo non ne diffondiamo le immagini.
Che cosa, secondo lei, unisce questi tre pontificati?
In termini generali tutti e tre i pontefici mettono a disposizione la loro intelligenza e le loro qualità per la realizzazione dell'unico progetto che riguarda la Chiesa di Dio: non c'è una chiesa del papa, ma ogni pontefice mette a disposizione della Chiesa tutti i suoi sforzi e le sue qualità. Dal punto di vista comunicativo, vedo molta sintonia tra papa Giovanni e papa Francesco per la capacità di radicare la parole nel cuore delle persone, usare delle parole semplici per dire delle cose che sono centrali per l'esperienza delle donne e degli uomini di oggi. L'affinità con Wojtyla non è nello stile comunicativo, a mio avviso, ma, pur nella differenza argomentativa, è la centralità data alla persona umana. La prima enciclica di papa Wojtyla è "Redemptor hominis", e dice che Dio salva l'uomo non al di sopra di lui, ma dal di dentro dell'uomo. Ogni uomo e ogni donna è un grande, prezioso, mistero di Dio. Questo lo pensa anche papa Francesco, in particolare per gli ultimi della terra.
Immagino sia una bella esperienza vivere in presa diretta un pontificato come questo…
In quanto giornalista certo, ma io la vivo anche come una grazia.