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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2014 alle ore 15:42.
L'ultima modifica è del 28 aprile 2014 alle ore 22:28.

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Il numero uno del colosso energetico Rosneft, Igor Sechin. (Reuters)Il numero uno del colosso energetico Rosneft, Igor Sechin. (Reuters)

Gli Stati Uniti hanno deciso nuove sanzioni contro sette funzionari russi, tra cui il numero uno del colosso energetico Rosneft, Igor Sechin, e 17 imprese legate alla cerchia del presidente russo, Vladmir Putin, per punire quelli che vengono giudicati «atti provocatori» in Ucraina. Lo ha reso noto un comunicato della Casa Bianca diffuso da Manila, dove è in visita di Stato il presidente americano, Barack Obama. Washington ha anche deciso un giro di vite nei controlli sulle esportazioni verso la Russia di materiali dual use che possono aver anche un impiego in campo militare.

La replica di Rosneft. Sechin, uno dei colpiti eccellenti dell'inner circle di Putin, si affretta a dire che le sanzioni varate dagli Usa, «non danneggeranno le collaborazioni con i nostri partner stranieri». «Prendo gli ultimi passi di Washington come un apprezzamento per l'efficienza del nostro lavoro», si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa Rosneft. «Allo stesso tempo assicuriamo i nostri azionisti e i nostri partner, inclusi quelli americani, che questa efficienza non calerà e la nostra coperazione non ne risentirà».

Lo strappo di Bp. In effetti, il colosso petrolifero britannico British Petroleum ha già annunciato che non bloccherà gli affari con i russi. La Bp è la prima grande società europea uscita allo scoperto contro le sanzioni imposte oggi dagli Usa. Bp ha fatto sapere che ignorerà le sanzioni imposte contro Sechin e ha confermato i suoi investimenti in Rosneft, peraltro non colpita direttamente dalle sanzioni. Bp, malvista negli Usa dopo il disastro dell'esplosione (20 aprile 2010) della piattaforma Deepwater Horizon, che causò 11 morti e il più grande disastro ambientale della storia, ha detto che al momento sta studiando l'eventuale impatto delle misure punitive Usa sulla sua quota del 19,75% nel capitale di Rosneft.

Gli altri sanzionati dalla Casa Bianca. Sono le società di Gennady Timchenko e dei fratelli Arkady e Boris Rotenberg, che oltre ad essere uomini di fiducia del presidente russo, sono anche amici d'infanzia di Putin. Oltre a risultare già in prima persona nel primo giro di sanzioni. Oltre Sechin, figurano il vice capo dell'amministrazione del Cremlino Vyacheslav Volodin e il vice primo ministro Dmitry Kozak. Sechin e Kozak sono due nomi che circolavano come possibili papabili al Cremlino nel 2011 quando ancora Putin non aveva espresso la sua chiara volontà di ricandidarsi per il terzo mandato non consecutivo (24 settembre 2011).

In arrivo sanzioni Ue contro 15 personalità russe. Anche gli ambasciatori degli Stati membri Ue stanno ultimando la discussione sulla nuova lista di persone che sarà pubblicata domani nella Gazzetta Ufficiale Ue. Stando a diverse fonti si tratterebbe di altre 15 personalità, tra cui alcune molto vicine al presidente russo Putin, per i quali saranno proibiti i visti e di cui saranno congelati gli asset patrimoniali detenuti nel territorio Ue. La portavoce della Commissione europea ha indicato oggi che si tratta di un allungamento della lista delle persone colpite dalla «fase 2» delle sanzioni.

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