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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2014 alle ore 09:25.
L'ultima modifica è del 29 aprile 2014 alle ore 20:47.

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La tabella di marcia in commissione
Nel pomeriggio è ripresa in commissione la discussione generale sulle riforme costituzionali: a disposizione dei gruppi sei ore di dibattito che potrebbero non essere esaurite tutte oggi. Oltre alle due ore di discussione tra la seduta antimeridiana e quella pomeridiana dell'Aula, la Commissione si riunirà anche in serata, alle 20,30. Esauriti gli interventi, la presidente di Commissione Anna Finocchiaro (Pd) chiede che ciascun gruppo tiri le fila degli interventi dei singoli ed esponga la propria posizione. Se la richiesta viene accolta, l'operazione potrebbe portar via anche le sedute già fissate per domani alle 8,30 e alle 14, nelle pause dell'Aula su cui pende comunque l'ipotesi della fiducia sul decreto salva-Roma. Da qui la necessità di far slittare la presentazione del testo base con gli emendamenti dei relatori sui punti condivisi.

Renzi: no a riforme a tutti i costi, punto comune o faccio passo indietro
Intanto Renzi ha chiesto ai "dissidenti", che nei giorni scorsi hanno sottoscritto una proposta alternativa a quella approvata dal governo, di sostenere la linea dell'esecutivo. Altrimenti il segretario del Pd si è detto pronto a fare un passo indietro e a tornare alle urne. La riforma delineata dal governo, ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio, non è autoritaria. E a chi all'interno del Pd critica la collaborazione politica con Forza Italia sulle riforme, da quella del Senato a quella della legge elettorale, il segretario ha mandato un messaggio chiaro: tenerli dentro è doveroso, «significa dire agli italiani che non ci stiamo scrivendo le regole da soli», insomma le riforme vanno condivise.

Sui tempi non mi impicco a una data
Secondo quanto si apprende, sui tempi Renzi avrebbe ribadito che sarebbe meglio «approvare la riforma costituzionale entro il 25 maggio (data delle elezioni Europee, ndr) ma non mi impicco a una data. I sondaggi - avrebbe ricordato il premier - ci danno avanti ma io ho detto ai miei che se li vedo ancora guardare i sondaggi li meno».

Chiti: ancora nodi ma oggi passi avanti
Nelle ultime ore le resistenze all'interno del Pd si sono fatte più deboli. Lo stesso Vannino Chiti, primo firmatario di un ddl alternativo a quello del governo, basato sull'elezione diretta dei senatori, riconosce: «Stamani sono stati fatti dei passi seri in avanti; ci sono ancora dei nodi da scioglier, vediamo ora il testo base e gli emendamenti».

L'appoggio al premier di Area riformista
Ieri è nata al teatro Eliseo di Roma "Area riformista", la corrente di minoranza del Pd che annuncia lealtà al governo ma in autonomia. Ne fanno parte bersaniani e cuperliani, la parte del partito più critica nei confronti della linea del presidente del Consiglio. «Non c'è bisogno di spiegare a Chiti che una soluzione va trovata», ha sottolineato l'ex segretario Pier Luigi Bersani. E la soluzione, alla fine, è stata trovata. La conferma arriverà dal testo base.

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