God save Italy. Perché gli inglesi
sognano (ancora) di trasferirsi qui
Non c'è crisi che tenga: se i talenti italiani spediscono application a Oxford e Londra, giovani e meno giovani dell'Inghilterra continuano a sognare l'Italia. Ecco perché
di Alberto Magnani
2. Perché gli inglesi sognano Italia/ Lavori (ben pagati)

I neoprofessionisti italiani scappano in Inghilterra. Quelli inglesi, a volte, sognano l'Italia: dagli stage ai contratti a tempo indeterminato, nelle filiali di società estere o in aziende nostrane aperte alla selezione internazionale. Sulla decisione incidono costi della vita e una carta in più sui curricula: "English native speaker", inglese madrelingua. L'abc in Germania o in Olanda. Una marcia in più tra le aziende italiane e diversi coetanei, se è vero che "solo" 6 laureati su 10 padroneggiano in maniera buona e/o fluente una lingua che appartiene ai critieri minimi di selezione.
Senza contare l'appeal dell'accademia britannica, nel blasone e nei fatti: «Credo che qualsiasi laurea inglese si valuti in Italia, perché in genere le università inglesi sono di alta qualità ed i nomi come Oxford, Cambridge, e Londra sono conosciuti globalmente – spiega al Sole 24 Ore Chris Neill, studente di Lingue e Letterature straniere all'Università di Durham - Io ho avuto una formazione linguistica, ma quando ho lavorato in Italia, tutti supponevano che studiassi turismo, giacché ho lavorato in una struttura alberghiera!». E l'Italiano? Lo masticano in pochi. Per ora: «Siccome pochi inglesi imparano altre lingue, e che ancora meno scuole qua insegnano l'italiano, non penso che molti inglesi che lavorano in Italia dispongano delle basi linguistiche della lingua italiana, anzi imparano appena arrivati – evidenzia Neill - Certo, esistono degli inglesi in Italia che possiedono una laurea di lingue, però secondo me, si valuta estremamente il fatto che siamo di madrelingua inglese, allora magari la formazione esatta importa di meno».
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