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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2014 alle ore 08:10.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:26.

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Direi di no, ma non condivido quelle obiezioni.

Si parla di un rischio costituzionalità per l'aumento del prelievo sulle quote della Banca d'Italia.
Siamo convinti che quella sia stata una scelta giusta sia da un punto di vista politico che tecnico.

Anche sulle coperture non sono mancate critiche: troppe una tantum e ancora pochi tagli di spesa.
Ogni provvedimento deve avere il veicolo che merita. Un intervento strutturale sul fisco si fa con la legge di stabilità. Con un decreto non si fa una copertura triennale.

Così però la legge di stabilità parte con una zavorra di 10 miliardi da trovare, a meno che non si voglia rinunciare al bonus per i prossimi anni.
L'osservazione è legittima. Ma noi contiamo molto sul denominatore, cioè sulla crescita. Le stime che abbiamo fatto sono molto prudenziali, ma riteniamo che per effetto dei provvedimenti adottati, dalla Sabatini al pagamento dei debiti Pa, dal rilancio dei consumi al decreto sul lavoro, il Pil crescerà più di quanto crediamo, liberando nuove risorse. Senza contare che intanto anche i tagli di spesa andranno a regime.

Sui tagli di spesa però eravate partiti con baldanza, poi avete fatto scelte molto più limitate...
Per fare tagli di spesa significativi e strutturali devi agire con una visione strategica. Nella sanità, nei trasporti, puoi fare veri risparmi se avvii trasformazioni che portano efficienze di scala. Non basta concentrarsi a togliere un milione qui e uno lì. È un processo complesso.

Farete l'accorpamento delle cinque scuole della pubblica amministrazione?
Assolutamente sì. Da anni studiamo queste cose, si faranno. Così come si farà l'accorpamento degli enti di ricerca. Aspettiamo poi le proposte degli enti intermedi: le camere di commercio, per esempio, hanno già presentato un piano che va nella giusta direzione.

Sul tavolo ci sono anche oltre 400 provvedimenti attuativi che avete ricevuto in eredità e che sono ancora da adottare...
È un tema su cui stiamo lavorando molto. Abbiamo varato decreti importanti, come quello che ha reso operativa la nuova Sabatini. E posso anticiparle che entro dieci giorni vedranno la luce anche quelli sui minibond, sull'allargamento del fondo di garanzia per le Pmi e sul credito di imposta. A giugno poi toccherà alle semplificazioni in materia di sicurezza del lavoro e handicap. Tutte norme molto attese dalle imprese.

Alcuni di quei provvedimenti sono per la firma al Mef, come procede la collaborazione con il ministero dell'Economia?
Con Padoan stiamo collaborando molto bene. Certo all'Economia hanno un gran lavoro da fare. La spinta che arriva dal presidente del Consiglio è notevole, bisogna stargli dietro...

Intanto sul fronte più strettamente politico la riforma del Senato continua a produrre fibrillazioni. Quale versione del testo arriverà in Commissione?
È un processo in itinere ogni ora. Il testo base dovrebbe essere quello del governo. Nessuno vuole fare melina. Ma non è importante una settimana in più o in meno. Tanto più che siamo ormai alla vigilia delle elezioni europee.

Parliamo del voto europeo. Sul risultato del Pd il governo si gioca molto della sua credibilità. C'è una quota 30% che segnerà per voi la vittoria o la sconfitta?
Il Pd, che è al governo con il suo segretario, può certamente correre il pericolo di pagare un prezzo. Io dico che se riuscissimo a fare un paio di punti in più rispetto al 25% che prendemmo nelle precedenti elezioni sarebbe un successo. Certo, superare il 30 significherebbe avere un grande mandato degli elettori sulle riforme che abbiamo impostato.

Se Grillo superasse Berlusconi ci sarebbe un impatto negativo sulla tenuta dell'accordo per le riforme?
No. Sarebbe strano piuttosto se Grillo rimanesse dietro. Alle elezioni dell'anno scorso eravamo tutti lì, testa a testa. Poi Forza Italia ha subito una scissione. Perciò sarebbe naturale che fosse indietro. Casomai il problema sarebbe se Grillo superasse il Pd. Ma non accadrà.

Carlo De Benedetti ha pronosticato il voto in autunno. Ha buone fonti?
Chiedete a lui. Noi ci auguriamo e crediamo di poter continuare la nostra azione riformista.

Ma se non vi fanno fare le riforme?
Noi non vogliamo tergiversare. Abbiamo avuto il mandato di fare le riforme. Nel momento in cui non ci fossero le condizioni per farlo, sarebbe giusto dare la parola agli elettori, che potranno così giudicare chi vuole fermare le riforme.
© RIPRODUZIONE RISERVATAMatteo Renzi Presidente del Consiglio «Il Paese si è messo in moto. Certo non è facile stare dietro a un premier come Renzi» Pier Carlo Padoan Ministro dell'Economia «Con Padoan collaboriamo molto bene. All'Economia hanno un grande lavoro» Carlo De Benedetti Presidente del Gruppo Espresso «Ha pronosticato il voto in autunno? Chiedete a lui. Noi crediamo di continuare» LE MOSSE DEL GOVERNO
Tre disegni di legge e otto decreti legge. Nel pacchetto di provvedimenti varati dal Governo Renzi dal giorno dell'insediamento, il 22 febbraio, a oggi, ci sono la riforma elettorale e il Ddl costituzionale con la nascita del nuovo Senato delle Regioni e la riscrittura del Titolo V. Ma anche il Jobs act (misure per l'occupazione articolate in un decreto legge e un Ddl ora all'esame del Parlamento) e il Dl con il bonus di 80 euro in busta paga e taglio dell'Irap.
In fase di conversione il decreto legge sulla casa per l'emergenza abitativa.
Portato a compimento il riassetto degli enti locali che supera le attuali Province
HA DETTO DI LORO IPP LAPRESSE ANSA

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