Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2014 alle ore 14:14.
L'ultima modifica è del 04 maggio 2014 alle ore 19:20.

My24

«Si tratta di una dinamica molto semplice quanto folle». Il dirigente della Digos, Diego Parente, ricostruisce così in conferenza stampa, presso la Questura di Roma, gli eventi che hanno portato ieri sera all'aggressione per mezzo di un'arma da fuoco di 3 tifosi napoletani da parte del tifoso della Roma Daniele De Santis, a poche ore dall'inizio della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli.
«La dinamica è stata ricostruita in nottata grazie alle testimonianze raccolte sul posto di tifosi e gente comune, oltre alle immagini attinenti a prima e dopo l'episodio con il relativo sonoro -prosegue Parente-. De Santis, un soggetto noto alle cronache di polizia, si è portato da un circolo ricreativo in viale di Tor di Quinto dove passavano gli autobus dei napoletani e ha cominciato un lancio di artifizi pirotecnici. La sua sfida è stata raccolta: è stato inseguito in un viottolo, il soggetto è scivolato, e vista la situazione ha esploso 4 colpi di arma da fuoco con una 7.65 con matricola punzonata e abrasa, una Beretta. Terminato di sparare, l'arma si è probabilmente inceppata. È stato malmenato in due trance successive. Si tratta di una dinamica univoca e concordante tra immagini e testimonianze».

Alfano: «Non c'è stata trattativa tra Stato e ultrà»
«Non c'è stata nessuna trattativa tra Stato e ultrà. Non sta né in cielo né in terra». Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, torna via Twitter sulle polemiche innescate intorno al ritardato calcio d'inizio di Napoli-Fiorentina, con Hamsik a colloquio con un capo tifoso partenopeo. «Come Stato - assicura Alfano - siamo e saremo in grado di garantire l'ordine pubblico».

Il questore di Roma: «Mai pensato di annullare la partita»

Stesso concetto è stato ribadito anche dal questore di Roma Massimo Maria Mazza: «Non c'è stata nessuna trattativa con gli ultras. Non abbiamo mai pensato di annullare la partita. I 45 minuti di ritardo sono stati richiesti dalla società Napoli per far riscaldare i calciatori. I tifosi hanno chiesto di avere un colloquio con i giocatori per avere informazioni sulle condizioni del tifoso perché si stava diffondendo la notizia che fosse morto. Quindi la società Napoli ci ha chiesto se avevamo nulla in contrario a che il giocatore riferisse la situazione ai tifosi». Mazza ha anche detto che l'accaduto «è stato un fatto imponderabile e non prevedibile, fatto da una persona sola che ha agito a volto scoperto, a dimostrazione che non si tratta di un agguato premeditato da parte di altre tifoserie. È chiaro che l'imponderabile, con una persona che si mette a sparare, vada al di là di quello che si può prevedere».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi