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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2014 alle ore 10:24.
L'ultima modifica è del 07 maggio 2014 alle ore 18:01.

Nella seduta notturna di ieri la commissione Affari Costituzionali del Senato ha adottato (con i voti di Forza Italia) come testo base delle riforme costituzionali il ddl di iniziativa del governo presentato dal ministro Boschi. È stato fissato anche il termine per la presentazione degli emendamenti alle 13 di venerdì 23 maggio. L'esame in Commissione riprenderà dunque dopo le elezioni europee del 25 maggio. Da segnalare che era stato il premier Matteo Renzi a sdoganare nei giorni scorsi lo slittamento dal 25 maggio al 10 giugno dell'ok in prima lettura a palazzo Madama della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. Ma non va dimenticato che in commissione è passato anche un ordine del giorno presentato dal leghista Roberto Calderoli che contempla l'elezione diretta dei senatori, in contrasto con quanto previsto dal testo base del governo.
Berlusconi: ok a testo base, ci hanno fatto pressing
Decisivi per il via libera al testo base sono stati i voti di Forza Italia. «Ieri ci è stata fatta una pressione forte per dirci che era importante votare il testo base» sulla riforma del Senato perché «è l'inizio di un percorso ma può essere cambiato», e noi «per non farci dire che interrompevamo la collaborazione su questo punto abbiamo detto va bene», ha spiegato oggi Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa.
Approvato l'odg di Calderoli sul Senato elettivo
Ieri in Commissione Affari costituzionali del Senato si era raggiunto un accordo di massima che consisteva nell'adottare il ddl del governo come testo base, e di votare anche un ordine del giorno che contenesse una serie di modifiche su cui c'era ampio consenso, compreso il sì del governo. Ma dopo una giornata di tensioni, nella seduta serale si è giunti con due distinti ordini del girono da parte dei due relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. Il testo del senatore leghista (approvato anche da Forza Italia) indicava, diversamente da quanto prevede il ddl del governo e l'odg di Finocchiaro, l'elezione diretta dei senatori di ciascuna regione in concomitanza con quella dei consigli regionali. Al momento del voto Mario Mauro si è sfilato dalla maggioranza ed ha votato per il testo Calderoli (Corradino Mineo era in quel momento fuori dall'Aula): è finita 15 a 13.
Ritirato l'odg Finocchiaro
A quel punto l'ordine del giorno di Finocchiaro, che non entrava nel merito delle modalità di elezione dei senatori, è stato ritirato, mentre è stato bocciato un documento di Forza Italia che chiedeva di affrontare il presidenzialismo subito dopo la riforma di Senato e Titolo V.
Via libera al Ddl del governo come testo base
È stato quindi proposto il ddl del governo come testo base per i futuri emendamenti, ed è stato approvato anche con il consenso di Forza Italia. Il ministro Boschi è uscita subito dalla commissione ostentando un sorriso e parlando di «serata positiva» visto che il ddl del governo è stato adottato come testo base, e «questo era l'obiettivo fondamentale». Ma il capogruppo di Fi in Senato Paolo Romani ha fatto notare che «Forza Italia ha consentito che si sbloccasse l'impasse della maggioranza sulle riforme»
Renzi: la palude non ci blocca
La linea comunicativa del governo è stata quella di valorizzare il bicchiere mezzo pieno, sorvolando sull'odg di Calderoli. E su Twitter Renzi ha fatto sentire così la sua esultanza: «approvato il testo base del Governo sulla riforma del Senato. Molto bene, non era facile. La palude non ci blocca! È proprio #lavoltabuona». L'ordine del giorno Calderoli, ha spiegato la presidente di commissione Finocchiaro «orienterà» i lavori ma non inibirà altre soluzioni diverse. Insomma se verranno presentati emendamenti che escludono l'elezione diretta non saranno inammissibili e potranno essere discussi e votati.
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