Golf, 71° Open d'Italia

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La storia dell'Open d'Italia

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Potrebbe essere "squadra che vince non si cambia" lo slogan del 71° Italian Open, che sarà ospitato come l'anno scorso dal Circolo Golf Torino, e come nelle precedenti cinque edizioni avrà come sfondo il Parco della Mandria: dopo il quadriennio 2009-2012 sui green del "vicino di casa", il Royal Park I Roveri, la massima manifestazione golfistica nazionale concede il bis sul confinante "Torino", dopo l'ottima esperienza vissuta lo scorso settembre in termini di pubblico e organizzazione. Quasi trentamila spettatori, anche grazie alla scelta fatta dal presidente della FIG Franco Chimenti e dagli sponsor, di voler concedere l'ingresso libero, per trasmettere il concetto di un golf che diventa sempre più disciplina per tutti.

Ma anche successo tecnico, per la qualità assoluta dei concorrenti, ed economico, poiché per la prima volta dopo tanti anni il bilancio è terminato in pareggio.
È un torneo di lunga tradizione, l'Open d'Italia. Si giocò per la prima volta 89 anni fa, nel 1925, sul percorso dell'Alpino di Stresa (Verbania) appena inaugurato, con soli tre partecipanti e su 36 buche – più un'esibizione, che una vera gara. Vinse il pro di casa, Francesco Pasquali; già dall'anno seguente però il torneo acquista la sua piena valenza sportiva, e vi partecipano i più noti professionisti dell'epoca. Si impone il francese August Boyer, allora diciottenne, destinato a stabilire il record di successi con ben quattro (1926, 1929, 1930, 1931), poi emulato dal belga Flory Van Donck.

È il vincitore più giovane del torneo, anche se le statistiche ufficiali dell'European Tour riconoscono il primato a Francesco Molinari (23 anni, 180 giorni nel 2006), ma queste sono stilate soltanto a partire dal 1972, anno in cui è stato fondato l'organismo che gestisce l'attività dei pro continentali.
Nell'albo d'oro, l'elenco dei grandi nomi della storia del golf è lungo: dal britannico Percy Alliss due volte vincitore, nel 1927 e 1935, poi emulato nel 1958 dal figlio Peter – oggi venerato commentatore televisivo e scrittore – a sir Henry Cotton, nel 1936 voluto dal senatore Agnelli per promuovere il percorso appena disegnato a Sestriere, località di villeggiatura montana da far conoscere ai facoltosi turisti britannici.

Poi venne la Seconda Guerra Mondiale, e giocare a golf non era certo nei programmi. Si riprese nel 1947, e venne l'epoca d'oro dei Moschettieri del golf italiano: Aldo Casera, Ugo Grappasonni, Pietro Manca e Alfonso Angelini furono fra i massimi protagonisti sino al 1960, con Casera vincitore nel 1948 nella sua Sanremo e Grappasonni (il papà di Silvio, attuale voce di Sky Sport) la prima volta nel 1950 all'Acquasanta di Roma, e poi nel 1954 a Villa d'Este.

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