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La storia dell'Open d'Italia
(Olycom)
Un secondo stop, ancora più lungo – dal 1961 al 1970 – impedisce ai Moschettieri di aggiungere altri titoli nazionali al proprio palmarès. Quando si riprende, nel 1971 a Garlenda (Savona), sono nuove generazioni a emergere, da Tony Jacklin nel 1973 a Peter Oosterhuis nel 1974, a un giovanissimo Bernhard Langer che nel 1983 a Firenze superò allo spareggio il mitico Seve Ballesteros e Ken Brown (e rivince poi nel 1997 a Gardagolf).
Ci pensano Baldovino Dassù a Is Molas, nel 1976, e Massimo Mannelli all'Acquasanta nel 1980 a mantenere il titolo in casa. Dassù è tuttora detentore di un primato, quello relativo ai colpi di vantaggio sul secondo classificato, ben otto. Per ritrovare un altro italiano fra i vincitori bisognerà aspettare il 2006 e Francesco Molinari: 26 anni in cui il torneo cresce di pari passo con lo European Tour, con montepremi sempre più appetibili e un lotto di concorrenti di grande richiamo mediatico. C'è il Grande Squalo Bianco alias l'australiano Greg Norman nel 1988 a Monticello, e vince; l'americano Bobby Clampett, secondo a Monza nel 1984; e poi David Feherty (titolo nel 1986 ad Albarella), Sam Torrance (1987 e 1995), Mark James (1982), José Maria Olazàbal (secondo nel 1990 e 1997), personaggi tuttora protagonisti nel mondo del golf internazionale anche se non più in veste di giocatori ma come capitani di Ryder Cup o opinionisti.
Per Costantino Rocca, oggi 57enne presidente della Pgai (l'associazione dei professionisti di golf italiani), il miglior golfista italiano di sempre con le sue tre partecipazioni alla Ryder Cup e i suoi cinque titoli nello European Tour oltre a un secondo posto nel British Open 1995, l'Open di casa rimane un boccone amaro: non è mai riuscito a far meglio del terzo posto, nel 1991 a Castelconturbia (No) e nel 1995 a Le Rovedine (Mi).
Il Circolo Golf Torino, prima del 2013, fu già sede di una sontuosa edizione nel 1999, voluta dal suo presidente Sergio Pininfarina che riuscì a convincere Fiat e Fila a intervenire come title sponsor della manifestazione. Vinse a sorpresa lo scozzese Dean Robertson, e negli anni successivi l'Open si trasforma in una bella rampa di lancio per giovani talenti, tra i quali l'eccentrico inglese Ian Poulter (due titoli, nel 2000 e 2002).
Dal 2003 le redini dell'evento passano direttamente in mano alla Federazione Italiana Golf che firma un lungimirante accordo con l'European Tour. Una parentesi di due anni, con l'intervento di RCS Sport nel 2011, apre una nuova fase ma terminato l'accordo, nel 2013 la FIG riprende l'intera responsabilità organizzativa.
E arriviamo all'edizione dell'anno scorso, dove in un concitato finale il francese Julien Quesne ha beffato la concorrenza con un autentico sprint. Tra gli italiani, insieme a Francesco Molinari e a Matteo Manassero a lungo in corsa per il titolo, si mettono in mostra anche due degli elementi più promettenti delle giovani leve, gli amateur Renato Paratore ed Edoardo Lipparelli.
La nuova pagina della storia dell'Open d'Italia è tutta da scrivere; e visti i precedenti, non abbiamo dubbi che sarà ancora una volta appassionante.
I CIRCOLI CHE HANNO OSPITATO L'OPEN D'ITALIA
Villa d'Este 12 volte
Monticello7
Milano6
Castello di Tolcinasco, Sanremo5
Is Molas, Royal Park4
Roma, Stresa, Venezia3
Castelconturbia, Gardagolf, Torino2
Albarella, Bergamo, Garlenda, Firenze, Le Rovedine, Marco Simone, Modena, Molinatto, Olgiata, Pevero, Sestriere, Varese1 volta
STATISTICHE dal 1972
Vincitore più anziano: Billy Casper (nel 1975, a 44 anni)
Vincitore più giovane: Francesco Molinari (nel 2006, a 24 anni)
Massimo distacco tra il primo e secondo classificato: otto colpi (Baldovino Dassù su Manuel Pinero e Carl Mason nel 1976)
RECORD
Chi ha vinto più volte: August Boyer (tra il 1926 e il 1931) e Flory Van Donck (tra il 1938 e il 1955), quattro volte
