Putin: nostre truppe via dal confine con l'Ucraina. Ma il Pentagono: nessun segno di ritiro

Reuters

«Chiedo ai leader delle regioni orientali ucraine di rimandare i referendum previsti per l'11 maggio, in modo da poter creare le condizioni necessarie per avviare un dialogo». È un Putin che mostra un volto dialogante quello che esce dall'incontro al Cremlino con il presidente dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), Didier Burkhalter. Il presidente russo ha chiesto ai separatisti filorussi nell sud est dell'Ucraina di posticipare i referendum pianificati per questo weekend e volti a ottenere l'indipendenza da Kiev, «in modo da creare le condizioni necessarie all'avvio del dialogo».

Il Cremlino, che ha comunicato anche di avere ritirato le truppe dalle frontiere con l'Ucraina («si trovano nei luoghi in cui svolgono i loro addestramenti regolari ai poligoni»), rilancia la trattativa politica dopo l'iniziativa Osce che ha annunciato di voler proporre nelle prossime ore ai quattro firmatari degli accordi di Ginevra (Usa, Russia, Ue e Ucraina) una road map che prevede il cessate il fuoco, la de-escalation della tensione, l'apertura del dialogo tra le parti interessate e lo svolgimento delle elezioni presidenziali in Ucraina. Da parte sua Vladimir Putin plaude alla liberazione odierna del governatore popolare di Donetsk, Pavel Guberev, ma la Russia si «aspetta la liberazione di tutti i detenuti politici» in Ucraina. Gli Usa, però, non sono convinti delle intenzioni dichiarate dal presidente russo. «Non abbiamo visto nessun cambiamento», riguardo al ritiro delle forze armate russe dal confine est dell'Ucraina, ha detto un portavoce del Pentagono alla Abc.

Intanto il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, intervenendo oggi alla Camera, ha escluso assolutamente ipotesi di missione di peacekeeping sotto egida Onu o iniziative della Nato in questo senso: «Nessun tipo di operazione di questo genere" è in discussione a livello internazionale», ha detto.

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