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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2014 alle ore 10:07.
L'ultima modifica è del 04 maggio 2014 alle ore 21:26.

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Il governo di Kiev proseguirà l'offensiva«su larga scala» iniziata venerdì contro le roccaforti ribelli filorusse nell'est del Paese, ha annunciato il segretario del consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale, Andriy Parubiy: «Quando si concluderà l'operazione a Slavyansk e Kramatorsk, lanceremo operazioni in altre città dove gli estremisti e i terroristi ignorano la legge ucraina e minacciano la vita dei cittadini ucraini».

Tensione a Odessa, teatro della strage
Centinaia di attivisti filorussi hanno circondato oggi un commissariato a Odessa, la città portuale sul Mar Nero teatro venerdì di violenti scontri fra filogovernativi e filorussi culminati in un incendio I manifestanti hanno chiesto e ottenuto la liberazione dei loro compagni fermati proprio durante le violenze: i detenuti rilasciati sono 67, ha affermato la polizia di Odessa. La decisione, ha riferito la procura regionale, è stata presa «sulla base della richiesta dei manifestanti». Secondo una fonte di polizia tutti gli attivisti sono usciti dal carcere senza essere comparsi in tribunale.

Il rogo e le opposte propagande
La tragedia di Odessa è al centro delle opposte propagande. I filorussi, appoggiati da Mosca, dicono che è responsabilità di Kiev (il Cremlino aggiunge: anche dell'Occidente). Il premier ucraino Arseni Iatseniuk, oggi in città. dice che il rogo fa parte di un "piano della Federazione russa per distruggere l'Ucraina e il suo Stato". Ieri la responsabile della diplomazia Ue, Catherine Ahton, ha chiesto «un'inchiesta indipendente» che accerti le responsabilità affinché «questa tragedia non venga utilizzata per alimentare nuove violenze».

Il gas al centro della telefonata Putin-Merkel
Angela Merkel ha chiamato Vladimir Putin. Della telefonata si sa quanto comunica il Cremlino: la cancelliera ha espresso la sua soddisfazione per l'assistenza fornita dalla Russia nella liberazione dei 7 osservatori Osce.Putin ha poi confermato la necessità che il governo di Kiev accetti di stabilire un dialogo diretto con i rappresentanti delle regioni russofone separatiste sud-orientali dell'Ucraina.

Nella telefonata si è parlato soprattutto dei rifornimenti di gas russo per l'Europa che passa attraverso l'Ucraina, usando come punto di riferimento l'esito dell'incontro di Varsavia del 2 maggio in Polonia. Trilaterale Ue-Russia-Kiev in cui Mosca ha esplicitamente minacciato l'Ucraina che dal primo giugno sospenderà i rifornimenti di gas all'Ucraina (e di fatto all'Europa) se non riceverà pagamenti anticipati per le forniture pregresse. Secondo Kiev al 31 marzo il debito con Gazprom era pari a 2,2 miliardi di dollari. Il colosso russo ritiene invece che l'Ucraina le debba 3,4 miliardi. Il 30 aprile il Fondo Monetario Internazionale ha sbloccato 17 miliardi di dollari di finanziamenti per Kiev di cui la prima tranche immediata di 3,2 miliardi.

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