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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2014 alle ore 17:44.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2014 alle ore 21:12.

È stata convocata per martedì 13 maggio alle ore 13 la giunta per il regolamento del Senato. Lo ha deciso il presidente Pietro Grasso dopo la richiesta di una convocazione urgente avanzata da Roberto Calderoli con una lettera firmata da altri 7 senatori di M5S, Fi, Gal. La convocazione è partita in serata anche se i tre senatori di Forza Italia in giunta hanno poi ritirato le firme dalla richiesta. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli punta a ottenere la dichiarazione di inammissibilità dell'adozione del testo del governo sulle riforme costituzionali come testo base ,visto che risulterebbe in contrasto con quanto scritto nel suo ordine del giorno approvato poco prima. Ma Matteo Renzi guarda dritto al risultato: incassare il primo via libera in Aula al suo ddl per la riforma del Senato e del titolo V entro il 10 giugno. E si svicola dall'abbraccio del leader di Fi: «Non sto costruendo un governo con Berlusconi, con lui voglio fare un accordo sulle riforme»
Chiesta convocazione giunta regolamento Senato su odg Calderoli
La lettera che Calderoli ha inviato al presidente del Senato per chiedere la convocazione della Giunta per il Regolamento, con l'obiettivo di avere un'interpretazione autentica sul suo ordine del giorno e sull'adozione subito dopo del ddl del governo come testo base, era sottoscritta da altri 7 senatori: Donato Bruno, Anna Maria Bernini e Francesco Nitto Palma (Fi); Loredana De Petris (Sel); Mario Ferrara (Gal); Maurizio Buccarella e Vincenzo Santangelo (M5s). Ma poi i tre senatori di Forza Italia hanno deciso di ritirare la loro firma, scatenando l'ira di Calderoli («Si calpesta la Costituzione»). L'ordine del giorno Calderoli sulle riforme (che punta su un Senato a elezione diretta) era stato approvato martedì scorso dalla commissione Affari costituzionali di palazzo Madama (con i voti di Forza Italia) prima dell'adozione del ddl del governo come testo base (che non prevede l'elezione diretta dei senatori).
Calderoli: giunta dia parere, mio odg rende nullo testo base
Insomma, non dura neanche un giorno la pausa di riflessione del Senato sulle riforme. Avrebbe dovuto reggere fino alle europee, per evitare condizionamenti e turbolenze elettorali. E invece Calderoli ha messo subito una nuova mina sul cammino del ddl del governo per superare il bicameralismo perfetto. L'esponente del Carroccio è convinto che il suo odg sia l'unico strumento attualmente valido per procedere all'esame. Dopo la sua approvazione, infatti, «a norma del regolamento era impossibile procedere al voto del testo base del governo, diverso, nel merito, dal primo» . «Il mio ordine del giorno - ribadisce Calderoli - rende nullo il testo base»
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