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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 13:48.
L'ultima modifica è del 10 maggio 2014 alle ore 19:02.

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(Reuters)(Reuters)

La propaganda del malaugurio, non ha fine. A Brasilia, un funzionario del ministero degli Interni, si sfoga così, a proposito delle vibrate polemiche che ogni giorno investono il Brasile.
La macchina organizzativa in vista dei Mondiali di calcio perde colpi. A un mese dal "via" i ritardi nella conclusione dei lavori sono un dato preoccupante e gli scioperi dei mezzi pubblici (con cui i brasiliani raggiungono i posti di lavoro) non possono certo allentare la tensione.

Lo sciopero dei poliziotti non può che rendere il quadro complessivo ancora più critico, dato che la sicurezza resta il punto più critico dell'intero evento sportivo. Gli agenti chiedono aumenti salariali e minacciano di astenersi dal lavoro durante i Mondiali.
Lavori non conclusi e spese alle stelle. Dilma Rousseff, il presidente senza ombre che ha lottato strenuamente contro la corruzione, si gioca, oltre che la vittoria ai Campionati di calcio, la credibilità internazionale. Una piaga, quella della corruzione diffusa, che Rousseff ha contrastato ma non ancora sconfitto.
I miracoli economici compiuti dal Brasile negli ultimi 15 anni sono sotto gli occhi di tutti: il Paese è una potenza mondiale e 40milioni di poveri sono diventati consumatori con accesso a beni non solo di prima necessità.

Eppure il Mondiale, secondo i report della Fifa (Federazione internazionale di calcio) presenta ancora tante falle e i rischi di un flop ci sono. È la corruzione l'imputato "numero uno" dei ritardi e dell'aumento dei costi infrastrutturali: i costi per la ristrutturazione o la costruzione dei 12 stadi ha superato i 3,4 miliardi di dollari, ben oltre la somma dei costi che hanno sostenuto Germania e Sud Africa negli ultimi mondiali.
I Mondiali in Germania, nel 2006, costarono, in termini di ristrutturazione dello stesso numero di stadi, 1,5milioni di dollari. Mentre in Sud Africa, nel 2010, si spesero 1,4 milioni di dollari per 10 stadi.
"Allarme rosso" quindi, per la corruzione che mette a rischio la conclusione dei lavori, gli scioperi e le manifestazioni oceaniche di brasiliani che oltre a essere consumatori chiedono di diventare cittadini. Con un welfare state più decente: scuole, sanità e previdenza restano comparti da migliorare sensibilmente. Un certo pessimismo serpeggia anche tra i tifosi: solo il 27% dei brasiliani considera favorito il Brasile.

Alla Seleção spetta un compito doppio: smentire gli scettici e rilanciare l'immagine del Paese. Una mission che non è impossible.
Di pregiudizi i calciatori brasiliani ne hanno abbattuti tanti. Basti pensare che fino al 1923 nelle partite ufficiali potevano giocare solo giocatori bianchi.
Fu il Vasco de Gama la prima squadra a inserire in formazione neri e mulatti che, neanche a dirlo, sbaragliarono gli avversari. E consentirono al Brasile di diventare l'unico Paese al mondo con un bottino di 5 vittorie ai Campionati del Mondo di calcio, davanti a Italia (4) e Germania (3).

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