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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2014 alle ore 15:32.
L'ultima modifica è del 11 maggio 2014 alle ore 16:17.

Ore convulse nella società di gestione di Expo 2015. Oggi e domani si parlerà solo di come riorganizzare l'organigramma e a chi attribuire subito le responsabilità apicali sugli appalti, dopo l'inchiesta giudiziaria che ha travolto l'evento universale e messo in custodia cautelare in carcere il massimo dirigente della progettazione e degli acquisti, Angelo Paris.
Il manager ricopriva un ruolo chiave e ora non c'è tempo da perdere. Per stamani è previsto un incontro riservato tra il commissario unico e ad di Expo Giuseppe Sala e i vertici delle società Metropolitana milanese (controllata dal Comune di Milano) e Infrastrutture lombarde (controllata dalla Regione Lombardia). Le due grandi partecipate pubbliche rivestono un ruolo importante per i cantieri di Expo: la prima svolge la direzione di lavori per la rimozione delle interferenze; la seconda per la realizzazione della piastra, l'appalto più grosso del sito espositivo di Rho. Quindi Sala vuole evidentemente coinvolgere anche loro per trovare il sostituto di Paris, e eventualmente anche per la ridefinizione di alcuni incarichi.
Prima di tutto si parla di chi sarà il nuovo responsabile della progettazione. Finora si è parlato di un avvicendamento interno, per rendere più facile il passaggio di consegne. Non è tuttavia escluso che ci sia anche l'arrivo di qualche nuovo manager esterno alla società, scelto direttamente da Sala.
Poi ci sarà da pensare anche all'istituzione di un nuovo direttore dei lavori per il sito. Anche in questo caso potrebbe arrivare un professionista direttamente da Roma, che però, a quanto pare, potrebbe assumere più incarichi contemporaneamente. Finora la direzione dei lavori è stata, come sempre avviene, affidata opera per opera e nel caso dei cantieri della piastra c'era, appunto, Infrastrutture lombarde. Poi dopo l'inchiesta giudiziaria di un mese fa sulla partecipata lombarda, che ha portato agli arresti domiciliari l'ex dg Antonio Rognoni (coinvolto anche in questa nuova indagine), si è cominciato a parlare di un "super" direttori dei lavori, figura che però ancora rimane imprecisata, anche dal punto di vista normativo. Adesso sembra che si voglia introdurre la figura di un manager che raccordi tutte le opere e che svolga anche altre funzioni all'interno della società di gestione.
Mettere tutte le caselle a posto non è facile, ma il nuovo organigramma dovrà essere pronto per martedì, quando a Milano arriverà il premier Matteo Renzi per dare supporto all'evento universale e a Sala. Fino a quel momento il commissario ha deciso di non rilasciare dichiarazioni ufficiali sul lavoro di riorganizzazione di questi giorni.
Ieri intanto gli appuntamenti ufficiali della società di Expo sono ripresi, con l'inaugurazione dell'Expo-gate a Milano, nel centro storico, dopo un ritardo di qualche giorno a seguito degli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria. Una buona notizia è anche l'arrivo del finanziamento da 530 milioni per la Tangenziale esterna ad Est di Milano, di cui 70 pubblici e 460 stanziati dalle banche che partecipano al project financing. Teem è un'opera inserita nel dossier di candidatura di Expo e adesso potrà arrivare in tempo per il 2015.
Domani Sala manterrà anche l'impegno di andare a parlare in commissione parlamentare antimafia. L'audizione era già stata programmata dalla presidente Rosy Bindi, dopo la diffusione di notizie sulla diminuzione dei controlli preventivi antimafia per accelerare il completamento dei lavori per l'Expo; a questo tema si aggiungerà anche quello delle recenti operazioni della magistratura che hanno portato proprio all'arresto di uno dei dirigenti principali della struttura.
Ieri sull'Expo è di nuovo intervenuto il premier Renzi: «Quando ci sono grandi iniziative, se ci sono delle vicende che non vanno bene, se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere». Un monito arriva anche dal segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin: «Non dobbiamo mai abbassare la guardia sulla corruzione».
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