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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2014 alle ore 16:07.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2014 alle ore 16:32.

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Su 32 città capoluogo che hanno deliberato le aliquote della Tasi, in 12 la nuova imposta sui servizi indivisibili costerà più dell'Imu pagata nel 2012. Lo afferma il Servizio delle politiche territoriali della Uil. Le città dove il conto sarà più salato sono, al momento, Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona, Siracusa. Sono 23 invece le città capoluogo (sempre fra quelle che finora hanno deliberato le aliquote) dove la Tasi costerà meno dell'Imu: da Roma ad Aosta, a Brescia a Vicenza. I risparmi maggiori si avranno a Caserta (con 168 euro in meno) Aosta (-163), Pordenone (-148), Livorno (-141) e Roma (-127).

Solo 832 Comuni hanno deciso aliquote
Il Servizio delle politiche territoriali della Uil spiega inoltre che sono 832 i Comuni (su 8.092 del totale) che hanno deliberato quale aliquota applicheranno sulla Tasi, ma di questi solo 514 i Comuni hanno pubblicato sul sito del ministero dell'economia la loro delibera. Eccezion fatta per Aosta, dove per le case non di lusso l'aliquota è stata fissata al livello base dell'1 per mille, e Pordenone con l'1,25 per mille, tutte le altre città hanno aumentato le aliquote. Undici città (Ancona, Bologna, Cagliari, Cremona, Ferrara, Genova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Torino, Vicenza), sulle aliquote della prima casa, hanno adottato l'addizionale dello 0,8 per mille arrivando al 3,3 per mille, soltanto Milano e Roma hanno deciso di ricorrere all'addizionale suppletiva della Tasi sulle seconde case, arrivando in questo caso all'11,4 per mille.

Circa 75mila combinazioni per detrazioni e aliquota
La Tasi si rivela comunque un ginepraio di aliquote e detrazioni diverse. Secondo lo studio della Uil «alla fine si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della Tasi e si rischia di avere oltre 75mila combinazioni differenti di applicazioni dell'imposta. Ad esempio a Bologna ci sono 23 detrazioni diverse in base alla rendita dell'immobile».

Incontro Tesoro-Anci, si studia rinvio prima rata
Intanto si è svolta stamattina una riunione tecnica tra Tesoro e Anci sulla nuova imposta sui servizi indivisibili, per fare una ricognizione delle problematiche e delle soluzioni percorribili sul nodo Tasi, compreso il rinvio della scadenza fissata al 16 giugno.
Secondo quanto si apprende, i contatti proseguiranno e il confronto tecnico potrebbe poi passare a livello politico per cercare di arrivare a una soluzione entro la settimana con l'obiettivo di andare incontro alle esigenze dei Comuni e rendere la vita più semplice ai contribuenti. Venerdì scade infatti il termine per le amministrazioni comunali per deliberare sulle aliquote. Diverse le ipotesi che si stanno studiando in queste ore: lasciare la scadenza della prima rata della Tasi al 16 giugno per i Comuni che hanno deliberato e rinviare al 16 settembre il termine per gli altri che dovranno comunque deliberare entro luglio. Oppure stabilire per tutti una proroga al 16 settembre.

Le richieste dell'Anci
I Comuni non sono contrari al rinvio ma, come ha spiegato il presidente dell'Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, lo slittamento determinerebbe una perdita di liquidità e metterebbe a rischio il pagamento dei servizi essenziali e degli stipendi. Pertanto il governo dovrebbe anticipare le risorse, si tratta almeno di 2 miliardi

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