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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2014 alle ore 12:38.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2014 alle ore 17:48.

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Il mediatore dell'Osce per l'Ucraina, il diplomatico tedesco Wolfgang Ischinger, ha detto di attendersi uno svolgimento «più o meno normale» delle elezioni presidenziali ucraine di domenica, tranne che in un'area a Est del Paese, alle prese con la ribellione separatista filorussa. «Penso, alla luce dei rapporti che abbiamo ricevuto (...) che possiamo partire dall'assunto che le elezioni si svolgeranno in buona parte del Paese in modo più o meno normale», dice Ischinger alla radio pubblica tedesca Deutschlandfunk.

«In qualche città dell'Est non sarà così... Parliamo qui di un ordine di grandezza che sarà verosimilmente inferiore al 10%» di città in cui il voto sarà disturbato, ha precisato. «In queste condizioni, la semplice tenuta del voto è già una buona cosa, perchè il loro risultato renderà molto più difficile a coloro che si oppongono a Kiev dichiarare illegittimo il governo e il presidente che sarà eletto», ha sottolineato Ischinger, avvertendo però che il voto non eliminerà i problemi del Paese. «Occorre essere realisti. Le elezioni non convinceranno i separatisti violenti dell'Est a deporre le armi. Ma penso che sarà un passo importante per la ricerca di una soluzione negoziata e per far tacere el armi».

Ischinger è un noto esperto di relazioni internazionali, dopo una lunga carriera di ambasciatore di Berlino negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Ha partecipato ai negoziati di Dayton sulla Bosnia e a quelli sull'ampliamento della Nato a Est. Presiede la conferenza di Monaco sulla sicurezza, che ogni anni riunisce alti rappresentanti politici e militari di tutto il mondo. Secondo il presidente di turno dell'Osce, lo svizzero Didier Burkhalter, la sua missione è di favorire il dialogo tra i rappresentanti del potere di Kiev, del parlamento ucraino e delle regioni, in particolare dell'Est. Ischinger è stato nominato in occasione di una riunione dei ministri degli Esteri Ue a Bruxelles.

La Russia ripensa il legame con l'Ue
La crisi in Ucraina porterà la Russia a «un serio ripensamento» delle proprie relazioni con l'Unione europea e con la Nato, ha affermato il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov in un incontro con il suo omologo slovacco Miroslav Lajcak. Il governo di Kiev non può quasi più contare su poliziotti «capaci di adempiere i propri doveri costituzionali» nelle regioni "separatiste" di Donetsk e Lugansk. Ad ammetterlo è il presidente ucraino Oleksandr Turcinov, citato dall'agenzia Interfax. Ieri un centinaio di manifestanti filorussi ha fatto irruzione nel comando regionale di polizia a Lugansk senza colpo ferire e decine di agenti sono passati dalla parte degli insorti.

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