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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2014 alle ore 15:06.
L'ultima modifica è del 30 maggio 2014 alle ore 19:18.

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Per garantire gli obiettivi di riduzione del deficit e il pagamento del bonus di 80 euro il prossimo anno, per il 2015 il governo dovrà adottare interventi per ulteriore 14,3 miliardi. Lo calcola la Banca d'Italia nella Relazione Annuale presentata oggi, in occasione dell'Assemblea ordinaria dell'istituto di Via nazionale. Il report viene pubblicato alla fine del mese di maggio di ogni anno, proprio in occasione di questo appuntamento. La Relazione contiene un'ampia analisi dei principali sviluppi dell'economia italiana e internazionale nell'anno precedente e nei primi mesi di quello in corso, riporta la situazione di bilancio dell'Istituto indicando, comunque, che nel Def si stimano 17 miliardi di risparmi massimi nel 2015 dalla spending review.

In dettaglio scrive Banca d'Italia: «le stime tendenziali segnalano che, per conseguire il saldo programmato nel 2015, è necessario reperire risorse per almeno 7 miliardi».
Il governo «si è anche impegnato a rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale introdotta per il 2014 con il decreto di aprile; a questo scopo sono necessari ulteriori 7,3 miliardi (in aggiunta ai 2,7 già reperiti dallo stesso decreto e accantonati in un apposito fondo)». Inoltre, sottolinea Bankitalia, «potrebbero essere considerati irrinunciabili alcuni dei maggiori esborsi individuati dal Def nello scenario tendenziale a politiche invariate rispetto a quello a legislazione vigente».

Tasi: allarme costi sulla prima casa
Ed è allarme costi sulla Tasi prima casa. La scelta è in mano ai Comuni. E comunque, avverte Bankitalia, data la sostanziale cancellazione dell'Imu nel 2013, il prelievo nel 2014 sarà necessariamente più alto. Dunque, se l'aliquota scelta da tutte le amministrazioni sarà quella massima del 2,5 per mille il prelievo sulle prime case salirà del 60% rispetto al 2013 (valore di partenza molto basso quello del 2013, quando la tassazione patrimoniale sull'abitazione principale era stata soppressa per le abitazioni non di lusso), tornando ai livelli dell'Imu 2012. Se ci si limiterà all'aliquota base dell'1 per mille l'aumento sul 2013 sarà del 12% (rimanendo comunque ben al di sotto del livello registrato nel 2012) calcola la Banca d'Italia. «Considerando un'abitazione principale non di lusso, nella media dei Comuni capoluogo, il prelievo si è ridotto del 40% fra 2012 e 2013», spiega Palazzo Koch.

Delrio: tranquilli, la Tasi sarà più bassa rispetto al 2012

«Noi siamo tranquilli e sereni» gli italiani con la Tasi pagheranno meno. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio contesta le valutazioni di Bankitalia che vede un rialzo nella tassa e spiega: «rispetto al 2012, che è l'anno di riferimento, non è assolutamente così». La Tasi «è chiaro che se la si confronta con il 2013, quando l'Imu prima casa fu abolita, è un altro discorso» precisa Delrio a margine del Festival dell'Economia. «I parametri, come abbiamo sempre detto, della Tasi vedono la tassa inferiore come impatto alla tassazione immobiliare presente negli anni normali; il 2013 - ha aggiunto Delrio - è stato un anno anormale perchè fu abolita 'una tantum' l'Imu prima casa». «Noi siamo tranquilli e sereni, gli italiani pagheranno meno e laddove pagheranno un pò di più dovranno parlarne coi loro Comuni perché - ricorda Delrio - è una tassa comunale e lo diciamo qui, da Trento, dove l'autonomia è un valore».

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