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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2014 alle ore 12:18.
L'ultima modifica è del 04 giugno 2014 alle ore 12:13.

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Se il Governo non cambia rotta sul taglio di 150 milioni alla Rai lo sciopero unitario dell'11 giugno dell'emittente televisiva pubblica ci sarà. È questo il messaggio lanciato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil a Matteo Renzi, in occasione della conferenza stampa organizzata oggi in vista della protesta. Ma il fronte sindacale non è compatto: il segretario Cisl Raffaele Bonanni ha disertato l'incontro con la stampa, e nel pomeriggio il suo sindacato si è sfilato dalla protesta annunciando l'intenzione di «aprire il dialogo sul futuro dell'azienda». Intanto, la Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha deliberato l'illegittimità dell'agitazione nell'azienda pubblica.

Camusso (Cgil): insistiamo, le vertenze si fanno così
«Noi insistiamo, perché le vertenze si fanno così - chiarisce Susanna Camusso (Cgil) -. È grave sostenere che lo sciopero è umiliante. Qualunque controparte dovrebbe sapere che lo sciopero è una cosa normale. Se cambiano le cose, siamo pronti a discutere, ma si deve dire che il decreto non si fa così e che si apre un confronto».

Decreto Irpef: tv pubblica fuori dalla stretta sulle partecipate
Il decreto a cui fa riferimento la sindacalista è quello Irpef, all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato: con un emendamento dei relatori la Rai è stata esclusa dai tagli previsti dal provvedimento previsti per le società partecipate. Rimane invece il taglio 150 milioni per la tv pubblica. È stato poi presentato dai relatori l'emendamento di modifica dell'articolo 21 sulla Rai. Tra le novità si "salvano" le sedi regionali prevedendo che abbiano «proprie redazioni e strutture adeguate alle specifiche produzioni». Inoltre, si prevede esplicitamente che possano essere cedute «quote di Rai Way, garantendo la continuità del servizio erogato». E il segretario generale della Fistel-Cisl Vito Vitale chiarisce che «i sindacati non vogliono difendere i contratti e le consulenze milionari della Rai e sono pronti al confronto con il governo».

Angeletti (Uil): Renzi pessimo amministratore della Rai
Attacca il presidente del Consiglio anche il segretario della Uil Luigi Angeletti. « Il premier, che è bravissimo a fare le caricature, si comporta come un pessimo amministratore delegato dell'azienda pubblica Rai - afferma - . Ha fatto bene a dire che è dei cittadini, lui dovrebbe per questo amministrarla ma è il peggiore amministratore». Angeletti considera i 150 milioni «un pizzo all'azienda».

Il passo indietro della Cisl
«La Cisl non farà ricorso al Garante e quindi non conferma lo sciopero della Rai previsto l'11 giugno». A ufficializzare nel pomeriggio il passo indetro della Cisl è stato il segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale, che ha sottolineato di voler «aprire il dialogo sul futuro dell'azienda».

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