Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 10:23.
L'ultima modifica è del 06 giugno 2014 alle ore 16:26.

My24
Marco GayMarco Gay

I giovani imprenditori riconoscono al Governo una fiducia "a tempo", che si misurerà «sulla capacità di rispettare gli impegni». E annunciano: fuori da Confindustria chi corrompe e chi delocalizza all'estero e abbandona l'Italia. Si è aperta questa mattina la due giorni del 44 esimo convegno di Santa Margherita Ligure dei giovani imprenditori di Confindustria, sul tema: «Sapere. Fare. Impresa. Verso un nuovo Umanesimo industriale». Nel suo intervento introduttivo il neo presidente Marco Gay ha sottolineato: «Non dobbiamo far rimpatriare solo capitali ma produzioni. Non ci serve uno scudo fiscale, vogliamo invece uno scudo industriale».

Buon inizio Guidi, ma non basta
Il governo è chiamato a mettere in campo politiche capaci di tutelare il manifatturiero, cuore del sistema produttivo italiano. «Vede, presidente Renzi, mi dispiace molto che oggi non sia qui con noi», ha confidato Gay. Il numero uno degli under-40 di Confindustria ha poi ricordato che quello del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (ex presidente dei giovani imprenditori) è «un buon inizio ma non basta: vogliamo una prospettiva progettuale e decennale, chi fa impresa ha bisogno di orizzonti più ampi per investire».

Fuori le imprese che fanno utili ma lasciano l'Italia
I Giovani di Confindustria hanno puntato il dito contro «la delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma vanno alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata». Il neo presidente ha chiarito: fuori da Confindustria «chi corrompe» ma anche «chi abbandona l'Italia».

Fiducia a tempo al Governo
Nel suo intervento di apertura Gay ha lanciato un messaggio all'Esecutivo, a pochi giorni dal risultato positivo ottenuto alle ultime Europee. L'esito del voto, ha messo in evidenza, ripone sul governo «una fiducia che si misurerà sulla capacità di rispettare gli impegni». Una fiducia, ha chiarito il numero uno dei giovani industriali, «a tempo determinato». Insomma «l'Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere neanche un minuto».

Un milione posti lavoro? Li creiamo noi
Gay ha fatto poi un accenno a Silvio Berlusconi: «Qualcuno - ha affermato - anni fa ha promesso di creare un milione di posti di lavoro». I giovani imprenditori hanno lanciato la loro sfida: «Presidente Renzi, lavoriamo uniti. Insieme possiamo arrivare più lontano». E ancora: ora occorre «creare non solo posti ma anche nuovi imprenditori», ha aggiunto Gay. Il neopresidente ai suoi «13mila» ha chiesto: «Se ciascuno di noi incubasse o contribuisse alla creazione anche solo di una start up in poco tempo avremmo 10mila nuove imprese. Significa molto più di 1 milione di posti di lavoro».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi