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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2014 alle ore 10:43.
L'ultima modifica è del 07 giugno 2014 alle ore 16:39.

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A 24 ore dal disgelo fra Barack Obama e Vladimir Putin sulle spiagge di Normandia per il 70esimo anniversario dello sbarco alleato durante la seconda guerra mondiale, il presidente ucraino, Petro Poroshenko, eletto il 25 maggio scorso dopo la rivolta di Maidan, ha giurato stamattina dinanzi al parlamento di Kiev insediandosi come capo dello Stato. Presenti alla cerimonia diversi leader stranieri fra cui il vicepresidente Usa, Joe Biden, e il presidente dell'Unione Europea, Herman Van Rompuy. Come a sottolineare che Stati Uniti e Unione europea appoggiano il nuovo corso di Kiev.

Poroshenko ha giurato in un clima di de-escalation e nel discorso d'insediamento da presidente alla Rada, il Parlamento di Kiev, ha posto le basi per un piano di pace ma ha tenuto a mettere in chiaro con il presidente Putin, che ha incontrato ieri in Normandia, che «la Crimea è stata, è e resterà ucraina» e che l'Ucraina sceglie la strada dell'Europa.

Un nuovo passo di avvicinamento dell'Ucraina all'Europa si farà il 27 giugno: durante il vertice Ue a Bruxelles Poroshenko firmerà la parte economica dell'accordo di associazione con l'Ue. «Sono pronto a firmare immediatamente la seconda parte dell'accordo - ha detto nel corso del suo discorso di insediamento -. Ho già la penna in mano». La parte politica dell'accordo tra Kiev e Bruxelles era già stata firmata a marzo.

Oligarca miliardario del business post-sovietico che ha legato la sua fortuna al cioccolato - è proprietario del gruppo Roshen - Poroshenko, 48 anni, è in politica da tempo: dopo aver ondeggiato fra i vari schieramenti ucraini, ha scelto posizioni filo-occidentali, seppure con un'impronta pragmatica. È stato eletto il 25 maggio con il 54,7% dei voti, travolgendo la più radicale Iulia Timoshenko, ex pasionaria della rivoluzione arancione del 2004 (ferma al 13%).

Il neo presidente ha giurato sul Vangelo e sulla Costituzione ucraina e ha quindi promesso di difendere l'unità nazionale e di non riconoscere l'annessione russa della Crimea. Alla cerimonia, introdotta dal presidente ad interim Oleksandr Turcinov (capo dello Stato pro-tempore dopo la deposizione del filo-russo Viktor Yanukovich sull'onda dei moti di piazza di Kiev), hanno presenziato anche i primi tre ex presidenti eletti dell'Ucraina postcomunista. Ovviamente assente, viceversa, il quarto: lo stesso Yanukovich, riparato in Russia dopo la destituzione.

Nella platea degli ospiti internazionali, oltre a Biden e Van Rompuy, spiccavano i presidenti di Polonia e Lituania, Bronislaw Komorowski e Dalia Grybauskaite, impegnati entrambi in prima linea per allontanare Kiev da Mosca.

La Russia - nonostante il tentativo di dialogo avviato ieri da Poroshenko con Vladimir Putin, a margine delle commemorazioni del 70/o dello sbarco in Normandia e con la mediazione della cancelliera tedesca Angela Merkel - si è fatta invece rappresentare come previsto, solo da un diplomatico.

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