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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 14:54.
L'ultima modifica è del 06 giugno 2014 alle ore 21:34.

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(Afp)(Afp)

SWORD BEACH - Barack Obama e Vladimir Putin, dopo essersi studiati a distanza e dopo essere stati vicini l'uno all'altro ignorandosi, si sono finalmente parlati. Un incontro durato fra i dieci e i quindici minuti, un tempo lungo abbastanza per dirsi molte cose, anche perché non solo non si sentivano neppure al telefono da tempo, ma un incontro diretto é sempre un'altra cosa ed era dal 26 agosto scorso che non si vedevano quasi un anno fa. «È stata una conversazione informale e non un meeting bilaterale», ha detto Ben Rhodes, il numero due del Consiglio di Sicurezza Nazionale Usa. Anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, conferma l'incontro: «Nonostante non ci sia stato un incontro a parte - ha detto - i due hanno avuto modo di parlare della situazione in Ucraina».

Con il presidente Usa, Barack Obama, «abbiamo discusso due volte, in modo a mio avviso abbastanza sostanziale», ha commentato più tardi il presidente russo Vladimir Putin, in alcune dichiarazioni ritrasmesse dalla tv russa dalla Normandia. In particolare, Obama ha chiesto a Putin di «placare le tensioni in Ucraina», se non vuole aumentare l'isolamento internazionale della Russia. I due leader di Washington e Mosca, ha riferito Ben Rhodes, «hanno discusso a margine della colazione» dei capi di Stato e di governo al castello di Bénouville, in Normandia, dove oggi si festeggiano i settant'anni dello sbarco alleato del 6 giugno 1944, atto decisivo della liberazione dell'Europa dal nazifascismo. «Nel corso di una breve discussione, sia Putin, sia Poroshenko, si sono espressi per la cessazione, al più presto possibile, dello spargimento di sangue nel sud-est dell'Ucraina», ha aggiunto da Mosca Dmitri Peskov. I due si sono anche pronunciati per la cessazione «delle azioni armate da entrambi i lati, sia da parte delle forze armate ucraine sia da parte dei paritigiani della federalizzazione dell'Ucraina», ha continuato.

Inoltre, alla luce delle tre condizioni decise dal G7 per evitare nuove sanzioni per Mosca, una di queste é già stata soddisfatta: Putin ha chiaccherato durante le celebrazioni anche con Petro Poroshenko, il leader eletto dell'Ucraina che si insedierà ufficialmente domani. I leader si sono detti entrambi favorevoli a fermare al più presto «lo spargimento di sangue» nell'Ucraina orientale, come ha sostenuto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

L'evento internazionale per il Settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia ha dunque già prodotto dei risultati che potrebbero allentare la tensione fra Russia e Occidente. L'evento si è tenuto subito dopo la cerimonia di Omaha Beach qui a Sword Beach una delle altre spiagge, quella dove sono sbarcati i britannici. L'incontro con Poroshenko è avvenuto quando i 28 leader presenti alle celebrazioni sono andati a colazione al Castello di Beauville. Vladimir Putin e Petro Poroshenko si sono salutati e hanno chiacchierato, con c'era anche il cancelliere tedesco Angela Merkel che aveva visto Putin poco prima questa mattina a Deauville per un bilaterale. Non sappiamo ancora che cosa si sono detti Putin e Poroshenko. Forse ce lo dirà la Merkel. Forse sarà il cancelliere a riferire se la prima condizione imposta dal G7 per evitare nuove sanzioni economiche sarà stata soddisfatta, appunto quella di un incontro fra Mosca e Kiev.

Ma ora è il "minivertice" Obama Putin a fare notizia. E non c'è dubbio che l'abilissimo leader russo potrà anche dire che l'incontro con Poroshenko, la prima condizione imposta dal G7, quella di un dialogo diretto, c'è già stato. Secondo Putin anche le altre condizioni o richieste, a seconda dei punti di vista, sono già state rispettate visto le truppe russe hanno lasciato i confini ucraini. Ma Obama ha già detto che Mosca dovrà staccare la "spina" dalle forniture e dagli aiuti logistici ai ribelli pro mosca in Ucraina che, secondo il presidente americano, continuano. È ovvio che un gesto per la distenzione aiuterebbe tutti a far crollare il muro di tensione che si e' accumulato nelle ultime settimane fra Russia e Occidente e che resta un elemento di instabilita che non aiuta l'economia.

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