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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2014 alle ore 07:13.
L'ultima modifica è del 10 giugno 2014 alle ore 07:35.

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Heinz Stücke gira il mondo in biciclettaHeinz Stücke gira il mondo in bicicletta

Da quando ha vent'anni Heinz Stücke gira il mondo in bicicletta. Ha attraversato deserti, steppe, altipiani e passi a quattromila metri d'altezza. In Cile è stato investito da un camion, in Camerun è stato arrestato dalla polizia e in Zimbabwe i ribelli antigovernativi gli hanno sparato a un piede. Ne ha viste un po' di tutti colori dal sellino della sua bicicletta. E adesso che di anni ne ha più di settanta non ha ancora finito di girovagare per il pianeta alla caccia di chilometri e di avventure. Heinz Stücke sarà l'ospite d'onore di Ciclomundi, il festival dedicato al viaggio in bicicletta in programma a Portogruaro dal 13 al 15 giugno. E sarà la prima volta in Italia che parlerà del suo incredibile vagabondaggio, lungo mezzo secolo e oltre 600 mila chilometri.

Su Wikipedia c'è soltanto una scarna biografia ma racconta ben poco della vicenda umana di questo infaticabile ciclista. Inutile sperare di trovare un suo blog o un profilo Facebook. Heinz è un tipo all'antica, d'altronde quando è partito per il suo infinito pellegrinaggio la Guerra Fredda era in pieno svolgimento e i Beatles erano soltanto agli inizi della carriera. Allora si usava la radio per ascoltare le notizie e la musica. E lui continua a fare così, anche oggi. Legge poco perché i libri pesano e il bagaglio di chi viaggia in bicicletta deve essere essenziale. In compenso divora cartine geografiche e questa passione lo ha fatto diventare a sua volta produttore di un originalissimo materiale cartografico, opuscoli planetari su cui disegna le rotte del suo incedere perpetuo. Perfino il mondo, però, è diventato tropo piccolo per Heinz. Infatti, nei suoi opuscoli, è costretto a usare colori diversi, uno per ogni decennio di viaggio. Così il pianeta si trasforma in un groviglio di percorsi che si incrociano e si accavallano come il filo di un gomitolo di lana. Per mantenersi, oltre a lavoretti di qualsiasi tipo nei cinque continenti, in mezzo secolo di viaggi, Heinz ha disegnato e venduto quasi 100 mila di questi opuscoli. Dal 1978 al 1988 ha affidato le sue fotografie a un'agenzia inglese di Londra. Poi ha smesso, pare che non lo pagassero con regolarità. D'altronde senza un conto in banca e un regolare domicilio non era facile…

Se Wikipedia dice poco, anche Google non ha molto da aggiungere. C'è un improbabile "official site" in lingua spagnola che di sicuro non può essere opera sua. E non esiste neppure un libro a testimonianza di un'intera esistenza spesa a pedalare in giro per il mondo, a vedere da vicino le grandi trasformazione del secolo breve, dall'indipendenza degli stati africani (che gli sono costate qualche incidente!) alla caduta del Muro di Berlino, dalle rivoluzioni e i colpi di stato in Sud America all'ingresso della Cina nel club delle superpotenze. Heinz Stücke è come Omero, appartiene alla tradizione orale. E in un certo senso il segreto che ammanta i suoi viaggi è la dimostrazione di quanto sia rimasto fedele alla sua identità. Per tutti quelli che volessero incontrarlo e ascoltare la sua avventura, l'appuntamento è per sabato prossimo a Portogruaro. Dove Heinz non ha chiesto una camera d'albergo ma soltanto un posto tranquillo dove piantare la sua tenda.

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