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Impresa & Territori Made InExpo, Maroni: rischiamo di non completare le opere, il governo si dia una mossa. Renzi: pensi alle responsabilità della Lombardia

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Expo, Maroni: «Il governo si dia una mossa». La replica di Renzi: pensi a responsabilità della Lombardia

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Per l'Expo 2015 «rischiamo di andare oltre il 30 aprile (del 2015, giorno prima dell'apertura dell'evento, ndr) senza avere completato le opere»: aveva detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, interpellato dei cronisti a margine della seduta del Consiglio regionale. E poi ha aggiunto su twitter: «Ritardo nei poteri a Cantone? Il Governo si dia una mossa, ogni giorno che passa è un giorno perso senza motivo».

«Piuttosto che sollevare polemiche sterili, Maroni rifletta sulla responsabilità della Lombardia» ha replicato duramente Matteo Renzi, da Shangai, commentando con i suoi l'allarme del presidente della Lombardia su Expo. Il governo, come Renzi ha ribadito, è determinato a fare dell'Esposizione una storia di successo internazionale. E sempre dall'Asia Renzi ha salutato positivamente i dati Istat sulla produzione industriale: «È il segno - ha commentato Renzi - che questa è la chiave per far ripartire la crescita nel Paese». E non è manacata neanche la stoccata a Beppe Grillo: «Dispiace - ha sottolineato il premier - che Grillo abbia ripreso la strada della polemica. In Senato siamo pronti a votare e lo faremo. M5S ci dica: accetteranno di discutere o continueranno a urlare e insultare?». Renzi, ironizzando con il suo entourage sull'atteggiamento di Beppe Grillo, si chiede se «forti della grande vittoria M5S in quattro Comuni su oltre quattro mila al voto», riusciranno «i nostri eroi a dare una mano al Paese o continueranno a litigare». Ma le preoccupazioni sui ritardi nei lavori all'Expo sono stati al centro della giornata politica.

Maroni ha detto di attendere «fiducioso» il decreto del governo su Expo, annunciato per il prossimo venerdì ma ha aggiunto che «andando avanti così se passano questa settimana e la prossima» il rischio è di non fare in tempo con i lavori. «Lo dico - ha continuato il governatore - non avendo la responsabilità diretta perché è del commissario di governo, ma lo dico con preoccupazione perché io ho le informazioni, come tutti, e i tempi sono questi». Maroni ha concluso invitando «il governo a darsi una mossa, altrimenti siamo qui bloccati, Expo è bloccata, i lavori sono bloccati e francamente non trovo un motivo».

L'allarme lanciato dal Governatore lombardo arriva ad ormai oltre un mese di distanza dall'avvio dell'inchiesta che ha smascherato la famosa «cupola» degli appalti. Agli arresti ha fatto seguito l'incarico affidato dal premier Matteo Renzi a Raffaele Cantone, presidente dell'Authority anticorruzione, che per l'evento universale del 2015 dovrebbe occuparsi di garantire trasparenza e legalità. Fin dalle prime settimane, questo incarico, ha già creato polemiche: doveva essere l'elemento risolutivo, l'uomo che nell'Expo di Milano avrebbe messo tutti d'accordo, ma i ritardi nell'approvazione del decreto per l'affidamento dei poteri a Raffaele Cantone oggi mettono a rischio l'intera esecuzione dei lavori. «Ancora una volta - ha aggiunto Maroni - invito il Governo a darsi una mossa, altrimenti siamo qui bloccati: Expo è bloccata, il commissario è bloccato, i lavori sono bloccati. E francamente - ha concluso - non trovo un motivo per cui questo nodo non venga sciolto».

Lo aveva già chiesto ieri anche il commissario di Giuseppe Sala: «Mi auguro che il decreto del governo, che dovrebbe essere emanato venerdì prossimo, metta il magistrato Cantone nella condizione di potere svolgere la sua attività di controllo», così ha detto Sala a margine della presentazione della 10/a edizione del Salone del gusto, organizzato da Slow Food. «Proprio da Expo - ha aggiunto Sala - può venire l'esempio di come le cose si possono mettere velocemente a posto. Le ultime vicende, infatti, impongono la riflessione sul fatto che esiste una grande massa di attività di controllo, che però non sempre riescono ad avere la necessaria tempestività».

Nel frattempo i lavori già assegnati vanno avanti.L'impresa di costruzioni Giuseppe Maltauro continuerà a portare avanti quello che aveva iniziato anche se, dopo la bufera per l'inchiesta giudiziaria della Procura di Milano che ha portato fra gli altri all'arresto di Enrico Maltauro, da più parti era arrivata la richiesta di revocare i due appalti che aveva vinto. Lo ha comunicato la società Expo Spa, dopo un'istruttoria e dopo la riunione che si è tenuta in prefettura lo scorso 3 giugno: «Non sono stati rilevati elementi sufficienti a motivare la risoluzione dei contratti», ha fatto sapere. I contratti aggiudicati dalla Maltauro sono il progetto delle vie d'acqua, per un importo di 160 milioni, e per le architetture di servizi, per altri 67 milioni.
La Maltauro avrebbe potuto essere sospesa per non compromettere l'immagine dell'esposizione universale, ma essendo a capo di un'Ati, altre imprese più piccole si sarebbero trovate a pagare colpe non commesse. Inoltre la questione dei tempi ha reso impossibile bandire un'altra gara o far subentrare in modo rapido la seconda classificata, riuscendo a evitare allungamenti del cronoprogramma.

Il nodo dei poteri a Cantone è ancora da sciogliere. Se gli venissero attribuiti gli stessi poteri della magistratura o della procura, questi si sovrapporrebbero le indagini, cosa nociva oltre che poco proficua secondo molti addetti ai lavori. Per il commissario unico Giuseppe Sala sarebbe invece opportuno che Cantone entrasse a far parte delle gare ancora da bandire, quelle relative ai servizi, per circa 200 milioni. Quelle sulle infrastrutture, per circa 850.

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