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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2014 alle ore 12:52.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2014 alle ore 14:49.

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(Ansa)(Ansa)

«Il nostro punto debole è sicuramente la comunicazione: dobbiamo fare conoscere meglio le nostre ragioni». Pietro Gagliardi, rappresentante della divisione tassisti dell'Unione Artigiani della provincia di Milano, sembra aver ben chiaro uno dei punti che stanno penalizzando i tassisti rispetto ad Uber, in questa diatriba che oggi ha portato le macchine bianche milanesi a scioperare, insieme a quelle di tante altre città europee, contro Uber.

Gagliardi, però, contesta anche con fermezza la nomea di "casta antitecnologica" che alcuni hanno cucito addosso ai tassisti. E questo vale soprattutto per quelli del capoluogo lombardo: «Milano, secondo la classifica EuroTest, risulta essere al quarto posto in Europa - sottolinea Gagliardi- per quanto riguarda le prestazioni e le tariffe del servizio taxi. In particolare, abbiamo il parco auto tecnologicamente ed ecologicamente più avanzato al mondo», con l'utilizzo di moltissime auto ibride.
«Inoltre - tiene a precisare ancora Gagliardi - ci siamo posti con la Regione degli obiettivi ben precisi: per poter usufruire dell'adeguamento tariffario: entro il 2015 il 95% di noi dovrà conoscere a sufficienza almeno una lingua straniera, l'85% del parco auto circolante dovrà essere ecologico er il 95% dovrà avere a bordo un Pos».

E l'adesione allo sciopero di oggi, non pare un sistema di lotta un po' datato rispetto ai tempi? «Abbiamo aderito perché si tratta di una mobilitazione internazionale, che coinvolge non solo l'Italia, ma tante altre città in tutto il mondo». «Il fatto - continua Gagliardi - è che noi siamo obbligati dalla legge a rispettare determinate regole - revisione dell'auto, rinnovo patente eccetera - mentre quelli di Uber, e in particolare quelli di Uberpop, no. Mettiamo il tema della sicurezza: nel caso di un incidente che coinvolga chi viaggia su una auto chiamata attraverso Uberpop, chi paga? E poi, non è affatto vero che Uber dal punto di vista dei costi sia vantaggioso».

Un altro mito da sfatare, continua ancora Gagliardi «è quello delle licenze. Non è che le licenze vengono acquistate "in nero": l'acquisto di una licenza è una procedura del tutto pubblica e codificata, e su di essa paghiamo regolarmente le tasse». E sulle tecnologie: «Ci stiamo muovendo anche su questo fronte. È pronta e operativa una app (per iOs e Android, ndr) chiamata TaxiYoo, per chiamare un taxi e per prenotarlo. Presto, quando sarà diffusa adeguatamente, ne sentirete parlare».

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