Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 11:00.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 17:39.

Quando si dice la forza dei numeri. Messi di fronte al 40,8% dei voti registrato dal Pd alle Europee, anche i grillini si trovano dover fare i conti con il risultato e l'inequivocabile «legittimazione politica» del premier Matteo Renzi. Da qui la cauta apertura di Grillo al dialogo con il Pd. In primis sulla legge elettorale, ma con la possibilità di allargare il discorso ad altre riforme, nel tentativo di non rimanere alla finestra e di prendere il posto di Forza Italia nel confronto con il Pd. Ma la strada appare in salita, vista le preclusione dei grillini all'Italicum, ribadita in una lettera aperta al premier in cui i deputati M5S lanciano il loro "Democratellum", che prevede all'opposto sistema proporzionale e voto di preferenza.
Lettera appello dei grillini a Renzi contro l'ipotesi Italicum
La lettere-appello dei grillini a Renzi, pubblicata oggi sul blog del leader Beppe Grillo, ricorda l'ostilità del premier all'attuale legge elettorale - proporzionale con possibilità di esprimere un voto di preferenza, effetto della sentenza della Consulta che ha bocciato il Porcellum - « perché essa non sarebbe in grado di garantire la governabilità». Da qui l'accordo con Forza Italia e il varo dell'Iitalicum, «che ripropone i profili di incostituzionalità del Porcellum: premio di maggioranza abnorme e impossibilità per i cittadini di esprimere la propria preferenza».
Ripartire dal Democratellum
Ma la lettera serve soprattutto a "sponsorizzare" la proposta di riforma elettorale approvata dalla base grillina, e incentrata su un «sistema di voto proporzionale in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sensibilmente selettivo, grazie alla formula del divisore corretta, consente l'accesso al parlamento anche alle forze politiche piccole». Tra i vantaggi assicurati dal "Democratellum", secondo i grillini, il fatto di non richiedere coalizioni preelettorali, oltre a dare il modo a una forza politica «che ottenga un deciso consenso elettorale» di governare «anche da sola, senza che sia necessario raggiungere la maggioranza assoluta dei voti». Insomma, sul tavolo i grillini hanno messo non «un sistema proporzionale puro, bensì di un sistema che consente a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi».
Di Maio: dialogo con il Pd per non «rimanere nel limbo» per anni
Lettere aperte, ma non solo. La conferma del "nuovo corso" dei grillini sulle riforme e nei rapporti con il Pd arriva anche dal messaggio pubblicato dal leader Grillo su Facebook -«Noi facciamo sul serio. Questa è la lettera che abbiamo appena mandato a Renzi. Diffondete» - e soprattutto dalla conferenza stampa convocata dal Movimento al Senato per elencare le proprie ragioni. Spiega il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio: «Eravamo convinti, col voto delle Europee, di poter far cadere il governo Renzi, ma in base al risultato non é stato possibile e ora si prospetta una vita molto più lunga per questa legislatura». Sì alla strada del dialogo, quindi, per non essere «costretti in un limbo» per qualche altro anno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA