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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 13:38.

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Gabriele Sabatini è l'amministratore delegato di Tecnofin, l'impresa che realizza interi distretti industrializzati in tutto il mondo, nata qualche anno fa per volontà dello stesso Sabatini, oltre che Massimo Dal Lago, Maurizio Dorigo, e Paolo Senese. Tutti operano nel settore immobiliare da 40 anni. È Sabatini a rispondere sulla «naturalezza» dei contratti stipulati con i coniugi Matacena, ma anche a criticare l'uomo Matacena.

Perché l'impresa che amministra ha ritenuto di stipulare un contratto di intermediazione con un condannato, seppure all'epoca della stipula non ancora in via definitiva?
Noi non chiediamo il certificato penale. Avevamo sentito dire qualcosa ma sapevamo anche che ad un certo punto era stato assolto. Come posso io esprimere giudizi? Il contratto di consulenza nasceva dall'attività del signor Matacena, che è un armatore. Lui sosteneva di avere determinati agganci con aziende estere, che potevano essere interessanti.

Lo avete contattato o siete stati contattati?
Siamo stati contattati noi.

Soddisfatti o rimborsati delle prestazioni di Amedeo Matacena?
Non è riuscito a fare nulla. Lui girava per il mondo e diceva di essere in contatto con tante persone e aziende ma io non l'ho visto come una persona capace.

Allora, scusi, perché gli ha affidato una consulenza?
Difatti dopo qualche mese che abbiamo visto come si muoveva e ci mandava solo rimborsi spesa, gli abbiamo detto che non era la nostra politica imprenditoriale rimborsare spese se non a fronte di contratti chiusi. Ci sono stati momenti di lungo silenzio.

Conosce l'imprenditore reggino Vincenzo Speziali?
Chi è?

Conosce Claudio Scajola?
Mai visto. Ho letto che una volta ha accompagnato Chiara Rizzo e l'ha aspettata sotto la sede della nostra società. L'avessi saputo gli avrei offerto almeno un caffè.

A proposito di Chiara Rizzo, lady Matecena: ha messo sotto contratto anche lei. Strano, tutta la famiglia, oltretutto per lei un contratto quando della condanna definitiva del marito e della sua latitanza ormai sapevano tutti.
Non è strano. Lei aveva un contatto con tal Piero Bartoloni in Etiopia e ci fece presente che c'era questa opportunità da sviluppare in Etiopia. Non abbiamo pagato neppure lei, come del resto il marito. Il suo impegno era subordinato all'esito favorevole della trattativa. Matacena creò questo contatto con Bartoloni, esperto in Africa e quest'ultimo ci ha messo in contatto con imprenditori etiopi.

Ma perché Chiara Rizzo, seconda contrattualizzata in famiglia? Perché proprio lei, che non sembrava avere un pedigree convincente come mediatrice?
Noi non ci affidiamo a nessuno. Se qualcuno ci dice che ha un contatto noi lo mettiamo alla prova. Io non so neppure chi sia Piero Bartoloni.

Quindi anche venisse il figlio di Totò Riina lo mettereste sotto contratto e alla prova?
Ha ragione lei…No, Riina no, Riina no. Ma Chiara Rizzo che c'entra con tutto questo?

Era solo un paradosso per capire, non c'entra nulla con Riina ma è pur vero che, se anche le colpe dei mariti non devono ricadere su figli e mogli, è pur vero che il marito era un latitante condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione ‘ndranghetista.
Le dico una cosa. Chiara Rizzo era amica di mia moglie. Era una donna in difficoltà. Si conoscono da 4 anni lei e mia moglie. Sa, la scuola, i figli…

Già. Monaco è piccola e la gente si conosce tutta. Perché abitate tutti nel Principato di Monaco, vero?
Sì, sì. Sa cosa le dico?

Prego.
La signora Rizzo ha un bambino di 15 anni e una sorella alle quali stiamo dando una mano. Noi e altri amici stiamo dando una mano a questi due ragazzi che vivono in condizioni drammatiche. Sono rimasti senza una lira. Non hanno neppure i soldi per mangiare. Ci pensiamo noi.

La colpa è della magistratura?
Ma va… Se Amedeo Matacena fosse stato un uomo, dopo la condanna, doveva presentarsi in Italia. Se è un uomo doveva costituirsi. È una vergogna. Aver coinvolto la moglie, una vergogna. Siamo tutti arrabbiati neri con lui, amici e parenti.
r.galullo@ilsole24ore.com

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