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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2014 alle ore 12:08.
L'ultima modifica è del 17 giugno 2014 alle ore 16:24.

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Senatori PD al Senato in una foto del 9 Aprile 2014 (Archivio Ansa)Senatori PD al Senato in una foto del 9 Aprile 2014 (Archivio Ansa)

Rientra l'autosospensione dei 14 senatori Pd "dissidenti". Dopo una riunione di circa due ore, avvenuta nell'ufficio al senato di Vannino Chiti, i parlamentari che si erano autosospesi dal gruppo, dopo la sostituzione in commissione affari costituzionali dello stesso Chiti e di Corradino Mineo, hanno deciso che non formeranno un nuovo gruppo a palazzo Madama e che resteranno tra le fila del partito democratico. Una decisione presa dopo il chiarimento, ieri, con il capogruppo Luigi Zanda che ha specificato che l'articolo 67 sull'assenza del vincolo di mandato vale per tutti i parlamentari, sia in aula che in commissione.

Autosospesi Pd: riprendiamo lavoro ma con riserva
«Abbiamo preso atto delle dichiarazioni del presidente del gruppo Pd del Senato, Luigi Zanda. Le riteniamo positive su due punti di grande rilievo». Lo dichiarano in una nota congiunta i senatori Chiti, Corsini, D'Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci, Turano. «Riteniamo non positiva, invece - sottolineano i 14 senatori Pd - la decisione di confermare le sostituzioni di Corradino Mineo e di Vannino Chiti nella Commissione Affari Costituzionali. Con questa seria riserva, riteniamo che le dichiarazioni del presidente Zanda ci consentano comunque di riprendere il lavoro all'interno del gruppo Pd del Senato».

No a nuovo gruppo, ma rilancio nel merito
Resta ferma la volontà di non rinunciare alla battaglia sugli emendamenti che prevedono un Senato elettivo in contrapposizione con il testo del governo. «Abbiamo presentato i nostri 25 emendamenti in commissione -spiega Massimo Mucchetti- e se non verranno approvati, li ripresenteremo in aula. Oggi più che mai, portiamo avanti la nostra battaglia anche perchè le cose sono in movimento. Il governo sta per incontrare i cinquestelle, c'è un dialogo con la Lega... insomma, vediamo che cosa accade». Quanto alla decisione di rientrare nel gruppo, Mucchetti sottolinea: «Nessuno di noi ha mai pensato di lasciare il gruppo del Pd. Non siamo mica Turigliatto...». Alla riunione non ha partecipato Felice Casson ancora impegnato in una missione all'estero.

Mineo: nessuna resa, con Chiti battaglia continuerà
E a rafforzare il concetto Corradino Mineo (la cui sostituzione in commissione Affari costituzionali al Senato ha fatto da detonatore alle 14 autosospensioni) dichiara su twitter: «Nessuna resa. Con Vannino Chiti una battaglia in difesa della Costituzione che continuerà nelle forme e con gli alleati disponibili».

Emendamenti relatori condivisi
Intanto domani in commissione al Senato entra nel vivo, con le prime votazioni, la riforma del Senato e del titolo V della Costituzione. Roberto Calderoli (Lega) e Anna Finocchiaro (Pd) hanno presentato giovedì scorso come relatori del Ddl sulle riforme un pacchetto di emendamenti "condivisi" al ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Lo riferisce lo stesso Calderoli aggiungendo che si tratta di proposte che riguardano tutto il provvedimento. Una volta che il Governo si sarà espresso, aggiunge Calderoli, gli emendamenti saranno formalizzati e discussi con i gruppi.

Calderoli: modello spagnolo M5S è ottimo
Calderopli interviene anche sulla proposta di legge del M5s di modifica del sistema elettorale, un proporzionale corretto con circoscrizioni intermedie. «Tranne alcune fantasie» quella del M5S «è un'ottima legge», afferma il senatore della Lega Nord. E aggiunge: «Alla fine quello proposto dal M5S è un modello spagnolo ma con le preferenze. Sono sempre stato a favore del modello spagnolo, perciò, se c'è chi lo propone, non posso che approvarlo».

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