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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2014 alle ore 19:07.
L'ultima modifica è del 18 giugno 2014 alle ore 19:10.

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La trattativa tra Alitalia e i sindacati sugli esuberi va avanti, ma i sindacati mettono in chiaro che non accetteranno mai 2.251 licenziamenti. È quanto emerso dall'incontro di oggi tra azienda e sindacati, che si sono dati appuntamento per un nuovo incontro domani alle 15 con piloti e assistenti di volo.

«Abbiamo parlato dei numeri degli esuberi, che l'azienda ha confermato e suddiviso per le diverse categorie» ha spiegato il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi, al termine della riunione durata circa tre ore. «Il confronto va avanti ma il tema su cui ci siamo confrontati oggi è il presupposto del piano, che parte dai licenziamenti, e noi non possiamo condividere 2.251 licenziamenti. Abbiamo deciso di proseguire il confronto per capire cosa da questo piano fa emergere la necessità di esuberi. Non si tratta di fare sconti - ha concluso - chi investe 560 milioni non può avere la necessità di mettere per strada 2.251 persone. Oggi siamo Polo Nord e Polo Sud» ha chiosato Rossi, facendo riferimento alle posizioni di azienda e sindacati.

«C'è la disponibilità a lavorare e vedere qual è di preciso la situazione, vogliamo assolutamente vedere il piano» ha detto il segretario nazionale della Uiltrasporti, Marco Veneziani, ribadendo che l'azienda «ha confermato i 2.251 esuberi e noi confermiamo che vogliamo vedere il piano e ridurre gli esuberi: per noi il punto di partenza è vedere il piano, dopo di che parliamo di esuberi, ma noi - ha sottolineato - 2.251 esuberi non li accetteremo mai».

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