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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2014 alle ore 17:07.
L'ultima modifica è del 18 giugno 2014 alle ore 17:08.

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Il gas, su questo fronte, ha già fatto enormi passi avanti. Ma anche per l'elettricità il traguardo non può evidentemente che essere lo stesso. Parola di Francesco Starace, numero uno dell'Enel. «Abbiamo una grande priorità che è quella di disegnare un mercato unico elettrico europeo - ha detto oggi l'ad del colosso elettrico durante la presentazione del "World energy investment outlook" dell'Agenzia internazionale per l'energia -. Secondo punto, enfasi sulle tecnologie come risposta alla sicurezza degli approvvigionamenti, all'impatto ambientale, all'efficienza energetica. Ci sono risposte che stanno molto nello sviluppo di tecnologie che in Europa ci sono».

Quanto ai programmi futuri della società, Starace ha poi chiarito che «investiremo nella capacità produttiva nel campo delle rinnovabili in giro per il mondo, in infrastrutture di rete e di connessione, nel mondo dell'efficienza energetica e di tutto quello che c'è dietro». Gli investimenti riguarderanno non solo le infrastrutture ma anche le tecnologie. «C'è - ha sottolineato Starace - una grande fame di tecnologia innovativa e di combinazioni di tecnologie esistenti che siano originali». L'ad ha quindi rimarcato che «non abbiamo posto un limite all'investimento in efficienza energetica per non dare un freno a un potenziale sviluppo».

Sul tema degli investimenti, è poi intervenuta anche la presidente di Enel, Patrizia Grieco, secondo la quale «per fare investimenti di qualità nel campo energetico serve il contributo dei privati che però a loro volta necessitano di regole certe». Entro il 2030, ha chiarito ancora la manager, «sono previsti investimenti internazionali nell'energia per 48.000 miliardi di dollari, tra cui 16.000 miliardi nel settore elettrico, 8.000 miliardi nell'efficienza e 8.000 miliardi nelle rinnovabili.

Starace ha voluto soffermarsi su alcune delle misure al vaglio del governo, a cominciare dal taglio delle bollette energetiche. «È una grandissima opportunità che è stata colta bene. Penso sia positivo fare pulizia in un sistema complicato e limitato da incrostazioni che si sono costituite nel tempo». L'ad di Enel, però, ha anche sottolineato che «è importante non togliere da una parte per mettere dall'altra, no a cambi retroattivi perché in questa industria il costo del capitale aumenta e bisogna avere certezze delle regole per non entrare in una spirale pericolosa. La retroattività in questo campo va combattuta come la peste». Il numero uno ha poi accennato anche al tema delle dismissioni per ridurre l'indebitamento del gruppo. «Nelle prossime due settimane faremo l'elenco delle attività da dismettere. Abbiamo deciso di aumentare il numero di asset disponibili per la vendita in modo da avere una maggiore possibilità di scelta. Pescheremo quelle che convengono di più». «Non c'è - ha concluso - una scelta dettata da concetti di geopolitica o di convenienza strategica, c'è semplicemente una scelta di potenziali opzioni tra cui sceglieremo quelle che a noi convengono. Nelle prossime due settimane elencheremo queste potenzialità in maniera esplicita».

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