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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2014 alle ore 19:57.
L'ultima modifica è del 20 giugno 2014 alle ore 10:10.

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Il Fondo monetario internazionale ritiene che per far decollare la crescita nell'Eurozona occorre «rafforzare la capacità del "centro" di finanziare i progetti di infrastrutture pubbliche». È una delle indicazioni contenute nel rapporto presentato oggi ai ministri finanziari alla riunione dell'Eurogruppo a Lussemburgo. Quali progetti? Quelli per investimenti tranfrontalieri nei trasporti, nelle telecomunicazioni e nelle reti energetiche. L'indicazione sugli investimenti pubblici, «tenendo i paesi nel quadro delle regole di bilancio», viene considerata importante dall'istituzione di Washington (di cui è direttore generale Christina Lagarde) perché costituisce un elemento del «sostegno alla domanda» di cui l'Eurozona ha bisogno in questa fase.

Ebbene, esiste «una preoccupazione che le regole di bilancio scoraggino gli investimenti pubblici». A questo proposito secondo il Fondo nel medio termine bisogna esplorare «la possibilità di semplificare e rafforzare il quadro di governance di bilancio» dell'area euro, perché le riforme finora fatte hanno avuto risultati positivi «ma il sistema è diventato eccessivamente complicato con molteplici target e obiettivi».

«Ripresa fiacca, inflazione bassa, la Bce consideri acquisti bond»
«La ripresa nella zona euro - si ricorda ancora nel rapporto del Fmi - sta prendendo piede ma non è sufficientemente robusta, l'inflazione è bassa in modo preoccupante e la disoccupazione, specie tra i giovani, è elevata in modo inaccettabile». Ecco perché la Banca centrale europea deve considerare «un programma di acquisti a larga scala soprattutto di titoli pubblici» se «l'inflazione rimane ostinatamente bassa».

«La volontà della Bce di fare di più, se necessario, è rassicurante», si legge nel rapporto. La decisione di procedere ad acquisti massicci, secondo il Fondo, «rilancerebbe la fiducia, migliorerebbe i bilanci di società e famiglie, stimolerebbe i prestiti bancari. In generale, ha potenzialmente un impatto significativo sulla domanda e l'inflazione».

Gerry Rice: «Argentina e Corte Suprema? Chiedete a loro»
«Chiedete alle autorità argentine, è una questione che spetta a loro». Con queste parole il direttore della comunicazione del Fondo monetario internazionale, Gerry Rice, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sul contenzioso creato dalla sentenza di lunedì della Corte Suprema americana. Di fatto, prima di emettere il prossimo pagamento sui bond frutto di ristrutturazioni dopo il default del 2001 - previsto il 30 giugno - il governo di Buenos Aires deve versare 1,3 miliardi di dollari ai fondi che non hanno sottoscritto tali ristrutturazioni.

In questo momento le azioni di società argentine scendono in borsa dopo i commenti del capo di gabinetto Jorge Capitanich, che ai giornalisti riuniti a Buenos Aires, ha detto «non c'è alcuna missione argentina verso New York». Ciò contraddice quanto riferito ieri nel corso di un'audizione a New York da un legale del governo argentino, secondo cui l'Argentina sarebbe stata «pronta a negoziare».

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