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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2014 alle ore 21:36.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2014 alle ore 10:15.

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«È stata trovata la quadra: sono stato depositati gli emendamenti alla riforma costituzionale che quindi è in grado di partire serenamente. Chi l'ha dura la vince!». L'annuncio trionfante è del leghista Roberto Calderoli, relatore insieme ad Anna Finocchiaro (Pd) della riforma del Senato ormai giunta all'«ultimo miglio» verso l'approvazione in prima lettura a palazzo Madama. Per Renzi, si tratta di «un ottimo punto d'arrivo», pervarie ragioni: «Il Senato non sarà elettivo. Infrastrutture, energia, commercio con l'estero, promozione turistica sono materie che passano dalle Regioni allo Stato, il Cnel viene abolito, le indennità dei consiglieri regionali diventano come quelle dei sindaci».

Renzi: la Lega mette bandierine, a noi interessano le riforme
Alla fine, spiega Calderoli - sintetizzando la nuova intesa raggiunta in senso alla maggioranza e con Forza Italia e Lega Nord che si è tradotta nelle modifiche al testo base depositate ieri in serata dai relatori - «andiamo verso un vero Senato delle Autonomie come quello tedesco dotato di pieni poteri, le regioni incrementeranno la propria autonomia e finalmente i principi del federalismo fiscale saranno costituzionalizzati». Da parte sua, il premier commenta con tono distaccato le parole del vicepresidente del Senato: «a Lega adesso prova a mettere la sua bandierina. Facciano pure, se hanno bisogno di visibilità. A noi interessano le riforme».

Le funzioni del nuovo Senato
Una modifica all'articolo 1 del testo di riforma riguarda le funzioni del nuovo Senato della Repubblica, che «rappresenta le istituzioni territoriali», e «concorre, nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica». Inoltre, «Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi dell'Unione europea» e «Valuta l'attività delle pubbliche amministrazioni, verifica l'attuazione delle leggi dello Stato, controlla e valuta le politiche pubbliche». Concorre anche «a esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo».

Voto di fiducia solo alla Camera
Un altro emendamento prevede assegna alla sola Camera dei deputati la titolarità del «rapporto di fiducia con il governo» e l'esercizio della «funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del governo».

Solo 100 senatori: 95 delle Autonomie, 5 "del presidente"
Quanto alla composizione della nuova Camera alta, questa sarà composta «da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica» (tra questi rientrano gli attuali senatori a vita). Tra i 95 senatori, «74 sono eletti dai Consigli regionali e dai Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano fra i loro membri, in proporzione alla loro composizione». Nessuna Regione potrà avere «un numero di senatori inferiore a tre; il Molise, la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e le Province Autonome di Trento e di Bolzano ne hanno uno».

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