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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2014 alle ore 11:46.

Accogliendo parzialmente un ricorso straordinario della difesa, la Corte di cassazione ha annullato la sentenza emessa un anno fa dalla stessa Suprema corte a carico dell'ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena, e rideterminato la pena dai cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa inflitti in precedenza a tre anni.

Riconosciuto l'«errore di fatto» nella sentenza del 2013
La I sezione penale ha dato in parte ragione ai legali di Matacena che chiedevano la rideterminazione della pena, ritenendo che fosse stata applicata «per errore di fatto» la pena più alta prevista dalla legge «intervenuta successivamente», nel 2005, che inaspriva le pene per il concorso esterno in associazione mafiosa. In prima battuta gli avvocati avevano chiesto di decretare la prescrizione del reato all'aprile 2013 due mesi prima della condanna definitiva.

Inapplicabili indulto e benefici di legge
Per capire esattamente quale punto del ricorso è stato accolto in particolare dalla Corte bisognerà attendere il deposito delle motivazioni, ma é presumibile che i giudici abbiano ritenuto inapplicabile al caso Matacena la legge che ha inasprito le pene per concorso esterno, entrata in vigore successivamente alla commissione del reato contestato all'ex deputato forzista oggi latitante a Dubai. Non dovrebbe in ogni caso essere applicato né l'indulto né alcun beneficio di legge, che non sono previsti per il reato di concorso esterno.

Difensori Matacena «parzialmente soddisfatti»
«Siamo solo parzialmente soddisfatti, poiché speravamo che venisse riconosciuta l'intervenuta prescrizione ad aprile 2013 prima della sentenza definitiva», commenta Giuseppe Verdirame, uno dei legali dell'ex parlamentare di Forza Italia. Per l'avvocato «Anche i giudici della Cassazione possono sbagliare», riferendosi alla riduzione della pena accordata dalla I ssezione penale, «ma l'importante è che ora sia stato riscontrato l'errore dei colleghi». Ora, conclude, «faremo di tutto per ottenere qualcosa in più, sia per quanto riguarda il processo principale che per tutti quelli che si sono generati da questo».

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